GILBERTO DONDI
Cronaca

Sinner positivo, ma assolto. I bolognesi Naldi e Ferrara coinvolti nel caso doping

Il fisioterapista ha ’trasmesso’ il farmaco proibito al campione durante alcuni massaggi. Glielo aveva dato il preparatore atletico perché il collega si era ferito a un dito

Jannik Sinner, numero uno del tennis del mondo: dalla gioia dell’ultimo torneo vinto al ’giallo’ del doping (da cui è già stato scagionato). A sinistra, Giacomo Naldi, fisioterapista. A destra, Umberto Ferrara, preparatore altletico

Jannik Sinner, numero uno del tennis del mondo: dalla gioia dell’ultimo torneo vinto al ’giallo’ del doping (da cui è già stato scagionato). A sinistra, Giacomo Naldi, fisioterapista. A destra, Umberto Ferrara, preparatore altletico

Bologna, 21 agosto 2024 – Ci sono anche due bolognesi coinvolti nel caso doping di Jannik Sinner che sta scuotendo l’Italia e tutto il mondo del tennis. Il primo è Giacomo Naldi, 33 anni, il fisioterapista del campione altoatesino: bolognese doc, laureato in Osteopatia e fondatore del Centro Fios, Naldi ha lavorato per anni alla Virtus ed è approdato alla corte di Sinner nel 2022, quando ha aiutato l’attuale numero 1 dell’Atp a recuperare da un infortunio accusato dopo un match. Proprio Naldi è il ’colpevole’ involontario di tutto. Già, perché il fisioterapista ha contaminato senza saperlo Sinner mentre gli praticava alcuni massaggi, facendo entrare nel suo corpo la sostanza proibita, il Clostebol, uno steroide anabolizzante vietato dal codice mondiale antidoping.

Il secondo bolognese coinvolto è Umberto Ferrara, 55 anni, il preparatore atletico di Jannik. È stato Ferrara ad acquistare un farmaco da banco, il Trofodermin, contenente il Clostebol, liberamente vendibile in Italia. Il fisioterapista, come emerso durante le udienze davanti al tribunale indipendente (l’International Tennis Integrity Agency) che ha processato e assolto Sinner, ha comprato la sostanza ’incriminata’ il 12 febbraio scorso in una farmacia di Bologna, la ’Santissima Trinità’ di via Santo Stefano, per poi darlo a Naldi quando il fisioterapista si è ferito al dito di una mano.

La ricostruzione

La sfortunata catena di eventi che ha portato lo steroide a contatto con Jannik è riportata minuziosamente negli atti del processo. Nel verbale di 33 pagine dell’udienza numero SR/250/2024, prodotto da Sports Resolutions e firmato dai giudici del panel David Sharpe, Tamara Gaw e Benoit Girardin, i protagonisti spiegano per filo e per segno l’accaduto (Ferrara ha anche prodotto l’estratto conto relativo all’acquisto del farmaco). Bisogna tornare al marzo scorso, quando Sinner è impegnato nel torneo di Indian Welles, negli Stati Uniti, in cui verrà sconfitto da Alcaraz in semifinale. Jannik e il suo staff, per tutta la durata del torneo, alloggiano in una villa di Indian Wells. Il 3 marzo Naldi si ferisce alla mano mentre cerca qualcosa nella sua borsa da lavoro. La ferita al mignolo sinistro è provocata da uno scalpello utilizzato per togliere i calli. Il 5 marzo, Ferrara, che ha portato con sé da Bologna il farmaco comprato alla Santissima Trinità, raccomanda a Naldi di utilizzare il Trofodermin, visto che ha qualità cicatrizzanti e antisettiche.

La discrepanza

Sul verbale si legge di "una discrepanza tra il Signor Ferrara ed il Signor Naldi", in particolare se "il signor Ferrara avesse avvertito il signor Naldi dell’aspetto dell’antidoping". Quello che emerge con chiarezza è che Sinner non era a conoscenza dell’uso del farmaco da parte di Naldi. Quest’ultimo ha affermato di aver letto solo successivamente che lo spray conteneva Clostebol, perché quando Ferrara glielo ha dato era già stato estratto dalla scatola. Il fisioterapista ha confermato che tra il 5 ed il 13 marzo ha effettuato più massaggi senza guanti, sia parziali che sull’interno corpo, a Sinner. In questo modo ha provocato quella che poi è stata classificata una "contaminazione transdermica" venendo a contatto con alcune lesioni cutanee del campione di Sesto Pusteria. In questo modo, una quantità infinitesimale di sostanza proibita è entrata nell’organismo del campione.

Il verdetto

A seguito dell’indagine approfondita da parte dell’Itia, che ha incluso appunto le molteplici audizioni approfondite con Sinner ed il suo team, i quali hanno tutti collaborato pienamente al processo, è arrivato il verdetto assolutorio. Il tribunale ha infatti stabilito che la violazione c’è stata, questo è indubbio, ma non era intenzionale. Peraltro Sinner è stato in qualche modo vittima di errori altrui, ovvero quelli di Naldi e di Ferrara. Forse un po’ più di accortezza da parte dei due professionisti non avrebbe guastato.