
Fiato corto, tosse e affaticamento muscolare. Sono alcuni e i più ricorrenti fra i disturbi di cui anche a distanza di 6-12 mesi dall’aver contratto e sviluppato il Coronavirus, soffrono alcuni pazienti. Un tema quello della cosiddetta ‘sindrome post Covid’ a cui il Dlabmed ha recentemente dedicato un percorso medico di riabilitazione personalizzato specifico di cui si è parlato nel corso dell’incontro online tenuto ieri da Ugo De Santis, medico specialista in fisiatria in Dlabmed, assieme a Stefano Nava, direttore della Pneumologia e terapia intensiva respiratoria del Sant’Orsola-Malpighi, e alcuni membri della sua equipe: Lisa Pisani e Gian Maria Paganelli. "Doverosa premessa è sfatare la tendenza ad assimilare la negativizzazione del malato alla guarigione clinica – così Nava –. Spesso le due cose non avvengono simultaneamente e per il 10% circa dei malati che hanno sviluppato i sintomi, anche dopo la negativizzazione si registra una persistenza degli stessi. È la sindrome post-Covid". Una sindrome che lo specialista pneumologo divide in due tipi: "Si parla di sindrome acuta quando i sintomi perdurano per oltre tre settimane, ma per meno di 12. Oltre, si parla di sindrome cronica. Circa un quinto dei pazienti under 45 senza patologie che hanno sviluppato il Covid non è tornato allo stato di salute pre-esistente prima di quattro settimane". Una condizione sanitaria fotografata dall’équipe sui primi 150 pazienti ricoverati al Sant’Orsola, per i quali un controllo di 6 o 12 mesi ha fatto emergere alcune evidenze. "Nel 35% dei casi anche a distanza di 6 mesi dalla negativizzazione i pazienti presentavano problemi di dispnea – specifica Nava –. Ancora, nel 12% dei casi il sintomo persistente è debolezza muscolare, nel 10% senso di affaticamento, 6% tosse, 5% mal di stomaco e mal di gola e a seguire, nel 3% dei casi, problemi di nausea e diarrea, tachicardia, dolore toracico o ansia". Una condizione "nuova" per il cui riconoscimento si ricorre a un test. "Il cammino dei 6 minuti – continua il direttore della Pneumologia del Sant’Orsola –. È l’osservazione del paziente durante una camminata a ritmo sostenuto per rilevarne le conseguenze. Il 36% degli ospedalizzati, a 6 mesi dal tampone negativo, non riesce a compiere la distanza minima media prevista per la propria età e sesso come conseguenza del fatto che le funzioni respiratorie siano ancora alterate oppure perché i muscoli sono indeboliti o una concomitanza dei due fattori". Ma si può guarire dalla sindrome post-Covid? "La risposta è sì – conclude Nava –. Servono pazienza e valutazioni specialistiche e percorsi riabilitativi cardio-respiratori e muscolo-scheletrici".
Francesco Zuppiroli