
Il 21 marzo è la Giornata mondiale della sindrome di Down
Secondo le Nazioni Unite, ogni anno nel mondo nascono tra i 3.000 e i 5.000 bambini con sindrome di Down. Nel nostro Paese l’incidenza è di circa 1 bambino su 1.000, vale a dire – più o meno – 500 casi ogni anno. Numeri davanti ai quali, anche oggi che celebriamo la Giornata Mondiale della sindrome di Down, l’invito ai lettori resta quello di sempre: riconoscere e accettare la diversità. Anche perché la condizione di cui stiamo parlando è prima di tutto un’espressione dell’unicità umana, e l'attenzione di noi tutti deve essere posta sull'importanza del raggiungimento dell’autonomia da parte delle bambine e dei bambini con sindrome di Down, garantendo adeguati sostegni per la loro crescita. In questa direzione si è mosso il Centro Terapeutico di Antoniano, una realtà che da oltre 40 anni supporta bambini con fragilità legate al neurosviluppo e le loro famiglie, condividendo alcune riflessioni che possono essere d’aiuto a genitori ed educatori.
Il primo passo consiste nel far comprendere ai più piccoli che la diversità è un valore: crescere in un ambiente in cui si parli apertamente della disabilità e si rispondano alle curiosità dei bambini con sincerità e semplicità aiuta a ridurre paure e stereotipi. I piccoli sono più pronti di quanto si pensi ad accogliere le differenze, purché siano gli adulti a fornire loro gli strumenti per farlo, abituandoli a considerare chiunque come persona a pieno titolo, al di là di qualsiasi condizione.
I consigli degli specialisti
Secondo gli specialisti, per sostenere l’autonomia dei bambini con sindrome di Down è necessario procedere per gradi, ponendo obiettivi piccoli e concreti come vestirsi, lavarsi il viso, sistemare i propri giochi o preparare lo zaino per la scuola, festeggiando ogni progresso con incoraggiamenti positivi. L’inserimento nelle attività quotidiane, come apparecchiare la tavola o aiutare a fare la spesa, offre un’occasione preziosa per sviluppare abilità pratiche e, insieme, per sentirsi parte integrante del contesto familiare. L’importante però è evitare la tendenza a sostituirsi al bambino, concedendogli il tempo di sperimentare, anche sbagliando, di modo che il suo senso di responsabilità e la sua autonomia possano crescere nel tempo.
L’importanza della socializzazione
Anche la socializzazione in gruppo è un elemento fondamentale. Partecipare ad attività collettive e incontrare coetanei con e senza disabilità amplia le prospettive relazionali e alimenta la motivazione ad apprendere, instaurando legami di amicizia e di sostegno reciproco che possono proseguire anche al di fuori degli incontri terapeutici.
Lavorare per uno sviluppo equilibrato
Infine l’aspetto multidisciplinare risulta determinante per favorire uno sviluppo equilibrato. L’azione sinergica di professionisti in ambiti come logopedia, musicoterapia e neuropsicomotricità aiuta a lavorare contemporaneamente sulle diverse sfere di crescita (comunicativa, motoria e cognitiva), e una collaborazione attiva dei genitori garantisce che i progressi fatti in terapia siano interiorizzati e rinforzati nella vita di tutti i giorni, generando un circolo virtuoso di apprendimento continuo.
Il Centro Terapeutico dell’Antoniano di Bologna
Nel contesto di questa visione si inserisce il progetto “Autonomie”, firmato dal Centro Terapeutico dell’Antoniano di Bologna. Si tratta di un percorso strutturato in piccoli gruppi e condotto da una psicomotricista e da una logopedista, che offre ai partecipanti la possibilità di imparare a gestire autonomamente tante piccole necessità della quotidianità, come per esempio organizzare un acquisto al supermercato o prendere i mezzi pubblici senza aiuto. Nel corso degli anni le attività si sono adattate alle esigenze e all’età dei partecipanti, introducendo iniziative educative e ricreative utili a sviluppare motricità, comunicazione, spirito di collaborazione e capacità di socializzazione. Ogni conquista dei bambini e delle bambine con sindrome di Down mostra quanto il loro futuro possa essere aperto e pieno di opportunità, quando si creano le condizioni per una vera inclusione, libera da pregiudizi, aperta alla condivisione e all’accettazione delle caratteristiche uniche di ciascuno di noi.