Bologna, 23 ottobre 2024 - Il Pantheon della Certosa a stento è riuscito a contenere le persone che hanno voluto salutare, per un’ultima dolorosa volta, Simone Farinelli, il 20enne rimasto vittima, in Val di Zena, dell’alluvione che sabato ha colpito duramente il territorio.
Gli amici e lo striscione: “Ciao Simo dai Bottego regaz”
Tanto i giovani amici di Simone, tanti i compagni del liceo Arcangeli sui cui muri, proprio ieri, è apparsa una scritto in ricordo del 20enne. Tantissimi anche i cittadini di Ozzano, dove Simone e il fratello maggiore Andrea vivevano, e di Pianoro. "Ciao Simo". Firmato: "Bottego regaz". È lo striscione con cui gli amici gli hanno dato l'ultimo saluto. Sotto la pioggia, i ragazzi hanno aspettato l'uscita del feretro dalla sala del Pantheon. "Ciao Simo", ha urlato qualcuno, mentre gli altri presenti hanno applaudito. L'ultimo a salutare Simone con un bacio sulla bara è stato il fratello Andrea, che era insieme a lui quando l'acqua di un torrente ha travolto l'auto su cui stavano viaggiando.
Un murales per Simone a Botteghino di Zocca
Con loro erano presenti anche il sindaco di Bologna Matteo Lepore e quello di San Lazzaro di Savena Marilena Pillati oltre a Luca Lelli e Luca Vecchiettini: in entrambi i paesi della provincia oggi è stato proclamato il lutto cittadino. Arrivati anche l'assessore regionale Raffaele Donini e la delegata metropolitana Simona Lembi. Alla cerimonia ha partecipato anche Rita Finzi (presidente dell'Accademia di Belle arti di Bologna, che Farinelli avrebbe dovuto iniziare in questa settimana) e il rettore dell'Alma Mater, Giovanni Molari oltre a rappresentanti della Cineteca, del Mambo e della Virtus. Lungo e commovente anche il ricordo del sindaco di Pianoro Luca Vecchiettini, che conosceva la famiglia personalmente e che sta già pensando di dedicare un murales a Simone al Centro Civico di Botteghino di Zocca.
Il padre di Simone: “Un atragedia come questa non accada mai più”
"Simone era un ragazzo di un'unicità assoluta, buono, dolce, interessato a tutto. Questa perdita per noi è devastante". Sono le parole del padre di Simone Farinelli, Antonio. "In nome di Simone - è l'appello di Farinelli - bisogna fare qualcosa per la cura del territorio, perché non succeda mai più un evento come quello che ha distrutto la nostra vita e ha rischiato di farmi perdere due figli, non uno, perché non dimentichiamo lo stress e lo choc che ha subito anche suo fratello Andrea che non è riuscito a salvarlo, a trattenerlo".
Per cui "con lucidità - ha detto il padre di Simone - dico all' Emilia- Romagna e alla nazione intera che la cura dei bilanci passa attraverso la salvezza delle vite umane: quindi cura del territorio, investimento per la società e per il sociale, non altro. Quando abbiamo un sociale valido, quando abbiamo vite umane salve che possono collaborare con altre, allora sì che abbiamo risolto". Altrimenti, aggiunge Farinelli, "si perde ogni senso dell'umanità del convivere. Simone avrebbe voluto gioia e non tante 'zuppe' come quelle che sto per fare io, ma so che da lassù approva quello che ho detto".
Lepore: “Qui per assumerci le responsabilità di ciò che è successo”
Così invece il primo cittadino metropolitano Matteo Lepore: “La fascia tricolore con cui noi sindaci siamo qui oggi ha un doppio significato: da un lato perché la famiglia ha invitato le istituzioni ed è giusto che siamo qui perché questo deve essere un momento di comunità e deve essere un momento in cui tutti ci uniamo per ideare un progetto attorno a Simone. Dall’altro lato la fascia tricolore ha anche il significato di un’assunzione di responsabilità perché quello che è successo a Simone è una cosa grave che tocca la vita di tutti, ma che deve toccare in particolar modo la presa di responsabilità delle istituzioni”. Presenti anche i rappresentanti di tutti i mondi che Simone amava e di cui faceva parte: il rettore dell’Universita di Bologna e la direttrice dell’Accademia di Belle Arti, rappresentanti della Cineteca, del Mambo e della Virtus.
Lo strazio dei nonni
Urla di dolore, poco prima dell’arrivo del feretro, quelle dei nonni con cui Simone viveva: “Non lo si può accettare, non si può morire così. È una cosa vergognosa quello che è successo”. “Simone era un ragazzo gioioso e pieno di vita, che emanava gioia da tutti i pori – è il ricordo della nonna Loretta Di Vito –. Lo ripeto, denunciatemi, ma non non si può nel 2024 sentire che arriva una telefonata e i carabinieri ti dicono 'suo nipote l'ha portato via un fiume'. Rispondetemi voi...".
Il ricordo del fratello Andrea
“Non bastano le parole per dirti quanto ti amo - ha detto il fratello Andrea -. Sono grato a tutti coloro che ci stanno facendo sentire la loro vicinanza eppure questo non mi farà riavere indietro Simone, l’ultima persona che avrei voluto perdere. La casa sarà più vuota senza di te, non ti avrò più al mio fianco nei parterre ai concerti o sugli spalti nei palazzetti. Durante l’ultima alluvione, un mese fa, tra le mura di casa mi hai detto ‘non potrà piovere per sempre’. Fa effetto ora ripensare a quelle parole, è assurdo pensare che, nel 2024, l’acqua della pioggia e dei fiumi si mischi a quella delle lacrime che stiamo versando per te. Spero che nessuno debba più patire quello che patisco io, che mi sono salvato per un pelo. Mi auguro che quando toccherà a me, e ti rincontrerò, potrò vederti sorridente e dirti che quella maledetta notte avevo solo intenzione di portarti a casa e al sicuro”.