"Signora molto amata...". Carducci e la ’fata bianca’

Acquisito dal Comune un importante carteggio tra il poeta e una contessa faentina

"Signora molto amata...". Carducci e la ’fata bianca’

"Signora molto amata...". Carducci e la ’fata bianca’

Bologna, 31 dicembre 1906: "Signora Contessa Silvia molto amata. Sono già da due giorni senza vostre lettere, né me ne dolgo io, giacché penso che lo stato del Conte, che mi diceste non totalmente guarito, avrà richiesto tutte le vostre cure e tutte le vostre attenzioni". È Giosue Carducci a scrivere queste parole e la destinataria è la contessa Silvia Baroni Semitecolo, moglie del conte faentino Giuseppe Pasolini Zanelli, tra le conoscenze fatte dal poeta nelle sue frequentazioni della società romagnola. Vengono un po’ i brividi ad entrare in tale profondità, oltre cento anni dopo, in un’epoca ben lontana di carta, penna e calamaio, tra le parole molto intime e piene di sentimento, di un personaggio del genere.

Ma succede così quando certi tesori serbati vengono scoperti. Presto, infatti, 256 documenti scritti tra il 1889 e il 1907, parte del carteggio tra il poeta e la contessa, saranno digitalizzati e condivisi sulla piattaforma archivistica della nostra Regione, Archivi ER, del Catalogo dei manoscritti di Giosue Carducci, per essere consultabili certamente dagli studiosi, ma anche dagli amanti della letteratura. Ma da dove arrivano queste lettere acquisite per 45.000 euro dal nostro Comune (15.000 euro) con il contributo della Regione (30.000 euro)?

Estremamente interessante e avvolta per un lungo periodo in un alone di mistero, è la vicenda che ha portato alla proposta di vendita fatta a Casa Carducci dalla signora Francesca Fattizzo di Rimini, che aveva ereditato le lettere. E si tratta anche della storia di una famiglia che di generazione in generazione si è passata questo tesoro, proteggendolo da sguardi indiscreti. Sebbene fosse infatti nota l’esistenza della corrispondenza tra i due ’amici’, dopo il secondo dopoguerra se ne erano perse le tracce. Alcune lettere , diciotto, erano state pubblicate da Zanichelli nel 1907 secondo un accordo tra la contessa e Antonio Messeri che vi mise mano, poi nel 1947 uscì una tesi di Natalino Guerra che divulgava il contenuto dell’epistolario carducciano e delle risposte di lei, sulla base delle sue minute. A Guerra le lettere erano state mostrate dalla signora Silvia Minardi, con cui all’epoca era fidanzato, ma quando i due si lasciarono, lei gli fece promettere di non rivelare la fonte. Alla Minardi, nonna di Francesca Fattizzo, le lettere erano arrivate in eredità dal nonno Pietro Daddi, avvocato della Pasolini. Alla morte di Silvia Minardi, nella sua casa è stato ritrovato il carteggio, che ora, acquisito e digitalizzato, sarà per sempre conservato senza dispersioni, custodendo anche questa bellissima storia fatta di parole e sospiri ("addio meine Seele", addio anima mia, scrive il poeta alla sua ‘fata bianca’, così la chiamava, anche), 181 lettere di Carducci e le minute (la brutta copia) di 75 lettere della contessa Silvia Baroni Semitecolo destinate all’"amico molto amato". Prossimamente la Regione, come annunciato dall’assessore Mauro Felicori, darà notizia di un pacchetto di documenti di Roberto Roversi in via di acquisizione.

Benedetta Cucci