Bologna, 9 settembre 2022 - Arriva alla conclusione un'altra inchiesta che accusa un sindacato di base della logistica in Emilia-Romagna, dopo il caso di Piacenza. La Procura di Bologna ha chiesto il rinvio a giudizio per 11 persone, tra cui quattro rappresentanti di Si Cobas e altri interessati alla gestione di un consorzio di coop: le accuse, a vario titolo, sono quelle di associazione per delinquere finalizzata a corruzione tra privati, estorsione, false fatturazione, false dichiarazioni sociali e la violazione della legge 300 del 1970 che regola i rapporti di lavoro tra società e rappresentanti sindacali.
Coinvolti anche alcuni rappresentanti legali di società che si sarebbero prestati a emettere fatture per operazioni inesistenti.
L'indagine dei carabinieri di San Giovanni in Persiceto, coordinata dal pm Antonello Gustapane, ipotizza che quattro, tra dirigenti e funzionari Si Cobas, siano stati beneficiari di soldi, benefit, utilità e servizi indebitamente dovuti, da parte di alcune società che attraverso la loro opera si sarebbero garantite appalti nel settore, soprattutto nella zona dell'Interporto di Bologna e Caab. In pratica i quattro avrebbero assicurato la pace sindacale, in cambio della garanzia sull'esternalizzazione dei servizi di alcune attività logistiche alle società compiacenti, appartenenti ad un unico gruppo. Altrimenti, i sindacalisti, attraverso gli iscritti, avrebbero messo in atto proteste, con motivazioni irrisorie o prive di fondamento, costringendo le società ad affidare gli appalti alle coop piuttosto che subire danni per il blocco delle attività.
Gli episodi contestati vanno dal 2018 al 2021 e hanno interessato cinque società del Bolognese, operanti anche all'estero. Sono state accertate dazioni indebite sotto varie forme per 150.000 euro e l'utilizzo gratuito da parte dei sindacalisti di dieci auto noleggiate, anche di grossa cilindrata.