Bologna, 12 marzo 2022 - In quaranta minuti, la mattina dell’8 agosto 2017, è sceso il sipario sulla stagione delle grandi occupazioni in città. Con lo sgombero di ‘fuoco’, tra falò di copertoni, petardi e fumogeni contro i poliziotti, della Caserma Masini di via Orfeo, occupata da Làbas, l’era dei collettivi bolognesi è tramontata. Quattro anni dopo, anche il processo nato da quella resistenza di strada ha segnato il primo passo: con nove condanne, che vanno da 8 mesi a un anno e due mesi (più le spese legali), si è concluso ieri mattina il primo grado.
Tra gli imputati c’erano volti storici della contestazione nostrana: da Gian Marco De Pieri, leader del Tpo di cui Làbas è costola e fondatore di Coalizione civica, a Domenico Mucignat, altro storico capo del centro sociale, fin dai tempi di via Lenin; c’erano poi Christopher Ceresi, tra i capi di Làbas, e Tommaso Cingolani, Stefano Caselli, Stefano Re, Tommaso Falchi, Daniele Sciampa e Kingsley Ozigbo, tutti afferenti allo stesso collettivo e più o meno tutti già conosciuti alla Digos per fatti di piazza.
Erano accusati a vario titolo di resistenza a pubblico ufficiale, lesioni personali, getto pericoloso di cose e violazione della legge 152 del 1975 per aver cercato di non farsi identificare usando caschi, fazzoletti e occhiali da sole. Per De Pieri, difeso dagli avvocati Elia De Caro e Patrizia Del Bello e considerato dall’accusa - il pm era Antonello Gustapane - il regista di quella mattinata, il collegio, presieduto dal giudice Pier Luigi Di Bari, ha stabilito una pena di 9 mesi di reclusione. Sarebbe stato lui, stando a quanto ricostruito, a bloccare l’entrata dei poliziotti nell’ex caserma, fornendo agli altri attivisti caschi da cantiere per ‘fronteggiare’ i reparti pronti a entrare per sgomberare la Masini, occupata dal novembre 2012 da Làbas. Negli scontri tra occupanti e forze dell’ordine che seguirono quella resistenza diversi agenti rimasero feriti. Tra le parti offese costituite a processo c’erano Stefano Fonsi, all’epoca dei fatti dirigente della Digos, che venne colpito con una bottiglia lanciata da Ozigbo (condannato a un anno), cinque poliziotti del Reparto mobile e uno del commissariato Bolognina-Pontevecchio. Le lesioni, per loro, andavano dai 6 ai 64 giorni di prognosi. Per le motivazioni ci vorranno 90 giorni. "Attendiamo di leggere le motivazioni per capire su quali argomenti si basano le condanne e valutare come muoverci per un ricorso in Appello", ha commentato l’avvocato De Caro, che difende anche Falchi, Re e Sciampa, mentre gli altri imputati erano difesi dall’avvocato Simone Sabattini.