Sfruttamento di lavoratori stranieri: imprenditore edile bolognese ai domiciliari

Turni massacranti nei cantieri, paga modestissima e nemmeno l’ombra di un contratto. I manovali venivano spesso ricattati e minacciati di essere cacciati senza paga

Bologna, 22 agosto 2023 – Dieci ore: turni massacranti di lavoro e solo la domenica di riposo (quando andava bene). In più un magro compenso, senza la minima presenza di un contratto.

Un’indagine dei carabinieri per el Nucleo Ispettorato del Lavoro iniziata a gennaio 2023 ha portato alla luce lo sfruttamento di manodopera extracomunitaria per due anni.

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L'operazione dei carabinieri per la tutela del lavoro era iniziata a gennaio
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L’ordinanza è stata emessa dal G.I.P. del Tribunale di Bologna che concordando pienamente con la tesi investigativa della Procura del capoluogo ha accolto le richieste del P.M. inquirente.

L’indagine è scaturita da una denuncia da parte di un lavoratore straniero, manovale edile, oggetto – a suo dire - per diversi mesi di sfruttamento.

L’imprenditore, che in una nota i carabinieri definiscono ‘il caporale, “impiegava lavoratori irregolari sul territorio nazionale in nero, facendoli operare nei cantieri edili della provincia”.

Stando a quanto ricostruito, i lavoratori venivano prelevati all’alba e accompagnati nei luoghi di lavoro, ove prestavano la loro opera con turni di circa 10 ore giornaliere. Nel mezzo solo un giorno di riposo, peraltro non sempre: la domenica.

Lo sfruttamento, secondo gli uomini dell’Arma, era determinato dal modestissimo livello di retribuzione (dal quale peraltro venivano arbitrariamente decurtate le spese per vitto e alloggio), le precarie condizioni d’alloggio e di vita, l’assenza di regolarizzazione della posizione lavorativa, la mancata erogazione ai lavoratori delle benché minime garanzie di sicurezza e igiene sul lavoro. L’attività investigativa ha fatto emergere che l’indagato approfittava dello stato di bisogno dei manovali, che risultavano spesso ricattati e minacciati di essere cacciati senza paga.

Le indagini hanno evidenziato che le vittime operavano in condizione di grave violazione della normativa sulla sicurezza, in assenza di sorveglianza sanitaria, senza alcuna formazione e informazione relativa ai rischi derivanti dallo svolgimento della specifica attività lavorativa e senza l’utilizzo dei dispositivi di protezione individuale. 

E’ stato, inoltre, disposto il sequestro preventivo del mezzo in uso all’indagato con il quale quest’ultimo era solito condurre presso i propri cantieri i lavoratori sfruttati, al fine di evitare la reiterazione di analoghi reati.