REDAZIONE BOLOGNA

Selvaggia Lucarelli e Matteo Mariotti, attaccato dallo squalo: la polemica e cosa si sono detti

La giornalista sulla raccolta fondi per spese mediche: “Ho chiesto spiegazioni, ma sono stata minacciata” e ancora: “Denuncio la poca trasparenza”. Il ragazzo curato dal Rizzoli di Bologna: “Non ne sapevo nulla e chi mi accusato di volere lucrare mi ha fatto un male terribile”

Bologna, 6 gennaio 2024 – La diatriba social, e non, sul caso di Matteo Mariotti, il ragazzo di Parma che ha perso una gamba dopo essere stato attaccato da uno squalo tigre in Australia, continua a portarsi dietro degli strascichi. 

Dopo il lancio della raccolta fondi per spese mediche e l’attacco di Selvaggia Lucarelli, la giornalista è tornata a spiegare la sua opinione, sia in un suo commento sul Fatto Quotidiano, sia in un’intervista a ‘La Stampa’.

“Mentre Matteo era ancora in ospedale a Brisbane – racconta Lucarelli nell’intervista – ho visto la raccolta di soldi dei suoi amici per le spese mediche e ne ho chiesto il motivo, dal momento che erano coperte da assicurazione sanitaria in Australia e che in Italia sono gratuite. Un’amica sua mi ha risposto che non lo sapevano...” e la loro reazione sarebbero stati “insulti e minacce”.

Selvaggia Lucarelli e Matteo Mariotti
Selvaggia Lucarelli e Matteo Mariotti

Già ieri però Mariotti aveva spiegato (in una conferenza stampa dall’istituto ortopedico Rizzoli di Bologna, dove è stato ricoverato per una quarta operazione e dove riceverà una protesi) di non sapere nulla della raccolta fondi: “Chi mi ha accusato di volere lucrare mi ha fatto un male terribile. Più del morso dello squalo". E ancora in un post: “A Selvaggia Lucarelli dico 'Selvaggia, hai fatto un grande errore con me'”.

Il punto è che Lucarelli non si spiega a cosa servano quei soldi: “Perché se vogliono fargli un regalo va benissimo, ma allora che non si parli di spese mediche”, dice. Ma anche che “indagare sulle donazioni è un lavoro scomodo, pretendere trasparenza da chi ‘soffre’ o da chi dona è spesso accompagnato da un coro di ‘come ti permetti’, ‘ma fatti i fatti tuoi’ e, alla fine, ci si rassegna all’idea che anche le vittime, appunto, abbiano sempre una patente d’innocenza insindacabile”. E ancora: “Ho preteso trasparenza laddove trasparenza non c’era”.

Eppure la polemica dai giornali è finita sui social, con tutta la tempesta di opinioni che ne consegue. Mariotti ha voluto comunque sfogarsi: "Voglio dire onestamente quello che penso. È stato pessimo quello che è successo, io non ho fatto nulla per dover ricevere tutto ciò. Mi sono state scaraventate addosso tante persone, quello che hai fatto – ha detto rivolto alla giornalista – non è giusto".