Bologna, 15 marzo 2024 – Il futuro delle nuove scuole Besta è ancora in bilico. Dopo il rinvio del mese scorso, ieri mattina davanti alla giudice Carolina Gentili si è tenuta una nuova udienza in cui si è discusso il ricorso presentato dal comitato che si batte contro la costruzione dell’istituto. In sostanza, la richiesta è quella di uno stop ai lavori nel parco Don Bosco per valutare una soluzione alternativa al progetto attuale.
La giudice si è riservata, ma la decisione potrebbe arrivare già all’inizio della prossima settimana con la possibilità che venga disposta anche una perizia, da affidare a un esperto, per valutare tutti gli aspetti prettamente tecnici.
"Una consulenza – così l’avvocato del comitato, Mario Marcuz – che servirebbe a capire se quest’opera va bene così come è stata presentata dal Comune, oppure ci sono dei profili che effettivamente possono danneggiare il diritto alla salute e a un ambiente salubre".
Nei giorni scorsi, il comitato insieme ad altre associazioni ambientaliste aveva indetto una manifestazione, partita da piazza XX Settembre, per chiedere nuovamente lo stop ai lavori nel parco Don Bosco. "Abbiamo insistito – continua il legale – sulle varie questioni e sulla necessità di valutare l’opera che l’amministrazione sta ponendo in essere sulla scorta di varie considerazioni. Alcune estremamente tecniche, altre che riguardano l’emergenza climatica. La ripiantumazione offerta dal Comune in riparazione del taglio degli alberi (si parla di una trentina di arbusti, ndr) produrrà effetti positivi ma solo tra decenni, non prima". Non solo, tra i punti fondamentali che il comitato ha voluto portare all’attenzione del giudice c’è anche quello dell’assenza di un documento di fattibilità per un progetto alternativo.
Mentre in aula i legali delle parti espongono le loro argomentazioni, all’ingresso del Tribunale, alcuni esponenti del Comitato espongono striscioni con slogan come "+ Verde - Cemento" e "Un albero di 50 anni vale più di 100 alberelli".
Per il Comitato Besta la decisione della giudice di "valutare la possibilità di avvalersi di una consulenza tecnica per approfondire i contenuti del ricorso, è la conferma della validità delle nostre argomentazioni". Anzi "è un chiaro segnale di attenzione per il diritto alla salute, strettamente legato ai temi ambientali". Quindi il Comitato punta il dito contro "chi, all’interno dell’amministrazione comunale, si era detto sicuro dell’inammissibilità del ricorso" e ora "dovrà ricredersi". Dopodiché accusano "l’Amministrazione di rimanere sorda di fronte alle preoccupazioni dei cittadini e all’emergenza ambientale: manca infatti una pianificazione del territorio che ponga al centro la tutela dell’ambiente e, di conseguenza, della salute di chi lo abita".