Il Provveditorato, tra oggi e domani, dovrebbe pubblicare le assegnazioni delle supplenze, ai docenti, attingendo alle Gps (le Graduatorie provinciali per le supplenze). L’incrocio tra cognome e cattedra è compiuto da un algoritmo che già in passato ha dato diversi problema.
Il condizionale resta, comunque, d’obbligo visti gli imponenti ritardi di via Castagnoli su tutte le procedure per far partire l’anno 2024-2025. Ansia a mille tra i futuri supplenti. Per la burocrazia, l’anno scolastico comincia l’1 settembre e giusto ieri si sono tenuti i primi Collegi dei docenti. Con moltissime sedie vuote: mancano appunto i supplenti che non si sa quando arriveranno e dalla pubblicazione dell’elenco devono passare dieci giorni per i ricorsi. Duro il j’accuse del segretario regionale della Uil Scuola, Serafino Veltri: "A tutt’oggi non sappiamo nulla sulle nomine Gps. Con danni enormi sul funzionamento degli istituti, sulla formazione dei consigli di classe, sugli stipendi dei supplenti, decurtati dei giorni non lavorati. Il che ci porterà a contenziosi legali".
Primo danno: le "pessime conseguenze economiche del ritardo. Chi, per esempio, prenderà servizio il 4 o il 5 settembre non vedrà conteggiati nella propria carriera di lavoro i giorni dal primo settembre. Uno stacco che porterà allo Stato un aggravio di spesa: i supplenti, con il contratto in scadenza il 31 agosto, dovranno avere il Tfr". Secondo danno. "Come in passato, molti insegnanti si vedranno sorpassati da colleghi con meno punti per colpa del famoso algoritmo che compie enormi errori di assegnazione delle supplenze. A questi errori si aggiungono quelli già presenti nelle Gps pubblicate e che gli uffici scolastici, anche se sommersi di reclami, si sono rifiutati di correggere". Insomma, per Veltri, sarà "un caos infinito che non finirà con l’inizio delle lezioni". Per Gabriele Caforio, segretario provinciale Flc Cgil, "l’anno scolastico è di fatto iniziato e questo ulteriore ritardo delle nomine da Gps non fa bene a nessuno. Non fa bene ai lavoratori che, oltre ad essere precari, non sanno ancora quando verranno chiamati e si vedranno ridotti così i giorni di lavoro. Non fa bene alle scuole che si trovano in difficoltà ad organizzare per tempo il servizio e garantirlo a famiglie e alunni nel migliore dei modi".
Federica Gieri Samoggia