Il Consiglio comunale di Bologna in visita a uno stabilimento per la produzione di cannabis. Lo ha proposto il consigliere Pd, Mattia Santori (richiesta sottoscritta anche dal capogruppo Pd Campaniello, dalla dem De Martino, da Larghetti e Begaj di Coalizione Civica e da Negash e Tarsitano della lista Lepore) da sempre in prima linea per la legalizzazione della cannabis. L’ex leader delle Sardine – che l’estate scorsa aveva detto di fumare cannabis e, soprattutto, di coltivarne tre piantine in casa – ha annunciato ieri di aver depositato una richiesta di udienza conoscitiva per visitare un importante azienda di lavorazione, produzione e commercializzazione di cannabidiolo (Cbd) con sede sotto le Due Torri.
Lo stesso consigliere aveva denunciato nelle scorse settimane l’introduzione del cannabidiolo nel testo unico sugli stupefacenti voluto dal governo. Introduzione, come sottolinea in una nota il consigliere Pd, che rischia di danneggiare pesantemente il settore della cannabis light e che va in contrasto con le sentenze della Corte di giustizia della Ue e l’Organizzazione mondiale della sanità. Da qui, la proposta di un sopralluogo entro fine mese "per far conoscere un settore che ad oggi è l’unico a subire la battaglia ideologica alla cannabis, mentre mafie e narcotrafficanti continuano a contare i proventi di un mercato di cui detengono il monopolio".
La visita allo stabilimento di cannabis, però, solleva polemiche, una defezione nella maggioranza e spacca l’opposizione. Non parteciperà, infatti, Filippo Diaco, ex numero Acli, consigliere della lista ’Anche tu Conti’: "Non esistono sostanze light. Un conto sono gli studi scientifici che valuteranno l’efficacia terapeutica eventuale della cannabis, un altro conto è la commercializzazione a scopo ludico. In questo caso non ha senso distinguere in base alla presunta leggerezza del prodotto, perché si insinua comunque nei giovani l’idea che fumare cannabis sia una cosa innocua e non lo è mai". Sul fronte opposizioni, FdI e ’Bologna ci piace’ gelano Santori annunciando che non saranno presenti, mentre la Lega e Forza Italia ’timbreranno il cartellino’, pur criticando la posizione dem. Il capogruppo meloniano, Stefano Cavedagna, spiega così il suo no: "Dopo averci imposto di andare tutti ai 30 all’ora, vogliono convincerci a legalizzare la cannabis, portandoci tutti in visita a una piantagione... FdI non andrà a questa ‘gita’, anche perché è una seduta di commissione a spese del Comune, cioè dei cittadini". Matteo Di Benedetto, capogruppo del Carroccio, la pensa diversamente: "Sono un rappresentante dei cittadini, perché non dovrei esserci?". Per il resto, critica Santori: "Il governo non sta vietando la cannabis a uso terapeutico. Il cruccio della sinistra è la liberalizzazione delle droghe e su questo confermiamo: la guerra alla droga è una priorità della Lega e del centrodestra".
L’ex Sardina non molla: "Mentre paesi come Germania e Lussemburgo stanno avviando un processo di legalizzazione della cannabis riconoscendo l’inefficacia delle politiche proibizioniste, il nostro governo inizia una guerra subdola nei confronti del nemico sbagliato, ovvero un principio attivo che ha l’effetto psicotropo della camomilla, ossia nessuno. Ma se la guerra è iniziata noi non staremo a guardare". Non nasconde perplessità l’azzurro Nicola Stanzani ("Santori fa confusione tra il cosiddetto uso ‘ricreativo’ e quello terapeutico dei cannabinoidi"), ma parteciperà all’udienza conoscitiva, mentre chiudono i civici Samuela Quercioli e Gian Marco De Biase: "Più che andare a vedere come si coltiva la cannabis sarebbe opportuno incontrare le realtà che ogni giorno si prendono cura di quei giovani che vogliono riprendersi la propria vita oscurata dalla dipendenza dalle droghe".
Rosalba Carbutti