Bologna, 7 novembre 2016 - La violenza dei collettivi universitari non sarà tollerata. Parola del procuratore capo Giuseppe Amato, che annuncia il pugno duro contro i manifestanti che non rispetteranno le regole: «Nessuno mette in discussione che possa esserci una protesta, anche vibrata – spiega –. Ma non può essere tollerata una condotta violenta, non solo nei confronti delle forze dell’ordine che non possono essere oggetto di attacchi proditori, ma anche per gli effetti che ne derivano per gli altri utenti, come gli studenti che non possono accedere alla mensa. Questo contrasta con il diritto allo studio in senso ampio».
Il riferimento è ai ripetuti scontri fra il collettivo Cua e le forze dell’ordine avvenuti nei giorni scorsi in piazza Puntoni, davanti alla mensa universitaria. Ormai è già avvenuto cinque volte e il Cua ha promesso che continuerà, nonostante l’arresto di tre attivisti (già scarcerati) e la denuncia di altri tre. Per valutare le condotte degli altri manifestanti, è stato aperto un fascicolo al momento per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale che attende le segnalazioni della Digos che sta visionando i filmati. Facile prevedere che ci saranno altre denunce a carico degli antagonisti.
Secondo Amato, ciò che non può essere tollerato sono «iniziative violente organizzate in modo proditorio», da parte di chi protesta, volte cioè a «cercare lo scontro». La sensazione degli inquirenti, infatti, è che nei giorni scorsi l’obiettivo dei manifestanti fosse appunto cercare lo scontro con le forze dell’ordine.
Nel frattempo, sulla questione interviene anche il rettore Francesco Ubertini: «Come sapete ho passato la settimana in Cina - spiega -, comunque anche a distanza ero informato di quello che accadeva. La prima reazione è molta amarezza, perché quando ci sono episodi di questo tipo la prima reazione non può che esser questa per uno come me che crede fermamente nel dialogo».
Quanto a possibili provvedimenti disciplinari per gli studenti universitari coinvolti, il rettore annuncia che «laddove noi registriamo le violazioni dei nostri regolamenti agiremo, e prenderemo dei provvedimenti. L'abbiamo fatto in passato e lo faremo in futuro. È una linea che intendiamo tenere in coerenza col fatto che credo nel dialogo, ma la convivenza civile richiede il rispetto di alcune regole di base. In caso fossero accertate le violazioni dei regolamenti, procederemo con i provvedimenti disciplinari tipici dell'ateneo».