Bologna, 3 marzo 2023 – Il corteo a Bologna dello “Sciopero globale per il clima” è partito con migliaia di persone, poco prima delle 10 da piazza San Francesco per proseguire poi in direzione piazza Malpighi, via del Fossato, via Saragozza, piazza San Domenico e piazza Cavour con il gran finale prima di pranzo in piazza Maggiore.
Qui, sul crescentone, i manifestanti hanno composto con i loro corpi il numero 1,5. "È il limite, in gradi centigradi, dell'aumento del riscaldamento che non possiamo superare - spiega Ludovica Demma, 22 anni, attivista di Fridays for Future -. Superato il grado e mezzo ci saranno conseguenze gravissime, ma il nostro governo continua a non agire di fronte alla realtà dura della crisi climatica e alla devastazione che questa sta producendo”.
I manifestanti, circa un migliaio, hanno esposto degli striscioni contro il progetto autostradale del Passante e contro il rigassificatore che verrà installato al largo di Ravenna. "Ti estinguerai prima di aver estinto il mutuo”, recitava provocatoriamente il cartello sorretto da una ragazza.
"La giustizia climatica non è compatibile con le grandi opere, con l'allargamento del Passante di mezzo o i rigassificatori. Questo è il messaggio che abbiamo lanciato a chi siede nelle istituzioni". Perché "non c'è più tempo di aspettare e di tenere i piedi in due staffe". Oppure, "voi ci bloccate il futuro, noi vi blocchiamo la città". Questi i ritornelli che hanno animato il corteo.
Tra fumogeni, cartelloni, musica a tutto volume e tanto colore, sui volti di ragazzi e ragazze così come sulle bandiere, si sono lanciati ripetuti slogan contro la guerra, contro l'invio di armi in Ucraina, contro le autostrade, a favore dei diritti e della legalizzazione della cannabis.
È tornato così il Fridays For Future nelle piazze italiane, dopo l’ultima manifestazione a settembre, per gridare a gran voce di cambiare rotta sull’ambiente.
Lo sciopero
Dagli extraprofitti alla siccità, dalla crisi energetica al ritorno al fossile. I Fridays For Future, i giovani in lotta per il contrasto al cambiamento climatico, sono tornati nelle piazze di tutta Italia per far sentire la loro voce e chiedere un cambio di passo, verso una vera rivoluzione ecologica.
I giovani sono scesi in piazza in più di 50 città italiane, in tutte le regioni italiane. "Dall'ultima volta che siamo scesi in piazza, il 23 settembre, le cose sono solo peggiorat e- spiega l'attivista Davide Dioguardi – la guerra è proseguita con le sue conseguenze sul piano energetico, e in più in Italia abbiamo un nuovo governo: un governo che vuole continuare a investire su inceneritori e rigassificatori e continua a negare la gravità dell'emergenza climatica”.