Una piccola tenda, qualche tavolo con ogni genere alimentare, un via vai continuo di volontari. L’esterno della chiesa di San Paolo di Ravone, al numero 89 di via Andrea Costa, è diventato il punto da cui parte e si snoda la macchina della solidarietà. Il parroco, don Alessandro Astratti, esce dal seminterrato, le mani sporche di fango, gli occhi che a stento trattengono le lacrime nel vedere quante persone sono venute a dare una mano. "In tredici anni che sono qui – racconta – non ho mai visto una cosa del genere. In tutti i locali parrocchiali avevamo 40 centimetri d’acqua, siamo riusciti a salvare la chiesa, la canonica e gli uffici. Tutto ciò che era sotto, ai piani interrati e seminterrati, non c’è più. La mensa con tutti gli alimenti, le celle frigorifere e la cucina sono andate tutte in malora. Stiamo cercando di salvare il salvabile, ma la situazione è drammatica. I danni economici sono enormi, basti pensare che l’ascensore e le centrali termiche sono andate completamente sott’acqua". Intorno a lui ci sono tantissimi volontari, giovani e famiglie. Sul tavolo allestito all’esterno, i commercianti di via Andrea Costa portano continuamente cibo e acqua per chi sta lavorando. "Noi non abbiamo organizzato niente – sottolinea – sono le persone che volontariamente portano le cose, chi dei panini, chi della frutta. Questo è diventato un punto di smistamento per tutti, chiunque viene qui a mangiare qualcosa prima di riprendere a spalare il fango. Vedere così tante persone che insieme si aiutano, si uniscono per una causa comune, è ciò che di bello c’è in queste tragedie".
CronacaBologna sott'acqua, il racconto dei residenti dopo l'alluvione