Tante le questioni emerse durante il processo, dall’analisi dei dispositivi elettronici dell’imputato che, secondo l’accusa, hanno permesso di valutare che fosse "consapevole dell’uso del Midazolam e del Sevoflurano", alla famosa bottiglia di Nero d’Avola offerta a cena da Amato alla moglie nel maggio del 2019. Bottiglia poi conservata dalla sorella della vittima, che si insospettì dopo aver trovato Isabella stordita a seguito del pasto e che, analizzata nel 2022 dai carabinieri del Ris, risultò positiva alle benzodiazepine.
CronacaProcesso Amato, il giorno della sentenza: le tappe del giallo