Competenze sui fiumi: come funziona il bacino di Bologna

Gli Enti con il compito di intervenire, la toponomastica corretta, il reticolo: un vademecum per fare chiarezza. Bolognesi (Canali di Bologna): "Il Navile è l’unica eccezione in città. Era in capo a noi, poi con l’unità d’Italia è passato alla Regione perché navigabile"

Emergenza maltempo, le regole e il glossario. Fiumi e canali, chi deve intervenire?

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Bologna, 27 ottobre 2024 - Fiumi, torrenti e canali: chi è responsabile? Occorre fare una distinzione, chiara, per capire a chi sono in capo le attività di gestione e manutenzione. E in questo caso "ci viene in soccorso la toponomastica", chiarisce Andrea Bolognesi, direttore dei Canali di Bologna.

Le differenze appaiono proprio dal nome: "Quando siamo in presenza del termine ‘fiume’, ‘torrente’, ’rio’ e sinonimi, allora parliamo di corsi d’acqua naturali, la cui competenza spetta alla Regione – chiarisce Bolognesi –. Viceversa, quando si parla di ‘canali’, ‘condotti’, ‘canalette’, si tratta di un corso d’acqua artificiale e la competenza è dei vari consorzi". 
L’unica eccezione in città, sempre secondo quanto spiegato da Bolognesi, è il Canale Navile: "È l’unica eccezione alla ‘regola delle toponimia’, perché di competenza della Regione: fino al 1860 circa era in carico al nostro consorzio (ecco perché il nome canale, ndr), ma con l’unità d’Italia tutti i corsi d’acqua con competenze di navigazione sono passati allo Stato".

 

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