LUDOVICO BAVIERA
Cronaca

Perché lo sbadiglio è contagioso? La risposta di una ricerca Unibo

Un team di ricercatori internazionali ha condotto un esperimento con 80 partecipanti utilizzando una tecnica avanzata di stimolazione cerebrale: ecco i risultati

I comportamenti imitativi come lo sbadiglio sono alla base di molte interazioni sociali complesse

I comportamenti imitativi come lo sbadiglio sono alla base di molte interazioni sociali complesse

Bologna, 26 giugno 2024 – L’indagine scientifica ha fatto emergere nuovi elementi sul funzionamento di un comportamento alla base di molte interazioni sociali complesse

Lo studio, finanziato da dal partenariato esteso in Neuroscienze e neurofarmacologia del PNRR, dalla Fondazione Bial e dalla Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, ha ottenuto la dignità di pubblicazione ed è comparso sulla rivista scientifica “Proceedings of the National Academy of Sciences” (PNAS).

L’imitazione automatica

Lo sbadiglio è uno dei più celebri esempi di comportamento imitativo. Questo genere di dinamiche ha un grande impatto sulle relazioni interpersonali e di gruppo, caratteristica di grande interesse non solo per la neuroscienza, ma anche per la psicologia sociale e comportamentista.

Come spiegato dalla ricercatrice del dipartimento di psicologia “Renzo Canestrari”, attivo presso la sede associata di Cesena dell’Università di Bologna, Sonia Turrini: "L'imitazione automatica è un comportamento pervasivo nella vita quotidiana: pensiamo a quando vediamo qualcuno sbadigliare e immediatamente sentiamo l'impulso di fare lo stesso, o quando notiamo il nostro linguaggio o le nostre espressioni facciali adattarsi a quelli di un amico con cui stiamo parlando". Da qui l’importanza della ricerca finalizzata a “comprendere i meccanismi alla base di questo fenomeno può quindi fornire nuove prospettive sul comportamento sociale, che è il contesto entro cui la maggior parte della quotidianità di ognuno di noi si sviluppa”.

La stimolazione cerebrale: l’esperimento

Sono stati divisi in quattro gruppi 80 partecipanti normodotati che sono stati successivamente trattati con una tecnica avanzata di stimolazione cerebrale non-invasiva, nota come "stimolazione appaiata associativa cortico-corticale" (ccPAS).

Il professor Alessio Avenanti, pioniere degli studi in materia, ne descrive gli effetti sui "meccanismi di plasticità del connettoma cerebrale, la mappa comprensiva delle connessioni neurali nel cervello. Rinforzando o indebolendo temporaneamente la comunicazione tra diverse aree del sistema motorio, siamo riusciti a stabilire con precisione il ruolo causale di diversi circuiti nel facilitare o arginare il fenomeno dell’imitazione automatica".

L'esperimento si è svolto in questo modo: ciascun partecipante doveva eseguire due compiti comportamentali, prima e dopo il trattamento mediante ccPAS: un compito di imitazione volontaria ed uno di imitazione automatica.

I risultati

È emerso che diversi circuiti del sistema motorio servono funzioni sociali differenti e dissociabili e che la direzione della stimolazione e l'area bersaglio influenzano diversamente i circuiti neuronali coinvolti nell'imitazione.

Sempre Sonia Turrini sottolinea come “la corteccia supplementare motoria sembra avere un ruolo di controllo cognitivo sul sistema motorio: rafforzare la sua connettività con la corteccia motoria primaria induce infatti una maggiore capacità di evitare l’imitazione quando questa è inadeguata al contesto”.

Come osserva il professor Avenanti, gli esiti saranno utili per lo sviluppo di nuove applicazioni cliniche e terapeutiche in grado di “migliorare la prestazione cognitiva in pazienti con alterazioni neurologiche e disturbi nella sfera della socialità”.