MATTEO ZUPPI*
Cronaca

Saremo forti se ripartiremo da chi è fragile

Matteo

Zuppi*

La pandemia ci ha mostrato la fragilità di una vita basata sull’interesse personale.

Il virus ha mandato in crisi l’egoismo non essendo possibile mettere in sicurezza sé stessi senza mettere in sicurezza gli altri. Papa Francesco ci ha anche messo in guardia da tre rischi: il narcisismo, il vittimismo e il pessimismo. Idolatrare sé stessi porta a far dipendere tutto dal tornaconto, a non ammettere le proprie fragilità, a farci sentire vittime e non farci sentire responsabili.

Ci pensiamo troppo deboli per fare qualcosa per gli altri ma siamo esigenti per quello che ci riguarda. Si finisce per vedere tutto nero, nella ‘carestia della speranza’.

Ripartire significa andare nella direzione opposta, quella della solidarietà, dell’umiltà e della speranza e io inizierei proprio dalla solidarietà ordinaria, possibile a tutti, umana e umanizzante, ricordandoci che siamo tutti sulla stessa barca.

A Bologna, poi, la metà dei nuclei familiari è composto da una persona, per cui è sempre più urgente scegliere come difendere la vita degli anziani. È indispensabile ripensare le strutture di assistenza in modo tale che la protezione sia reale e non sia mai sinonimo di solitudine o ‘scarto’.

La strage degli anziani non è stata una sfortunata fatalità e per questo occorre creare una rete comunitaria attorno a loro. È la stessa visione dei portici! "Peggio di questa crisi, c’è solo il dramma di sprecarla, chiudendoci in noi stessi". Cominciamo ad occuparci dei più fragili e saremo tutti più forti.

* Cardinale e arcivescovo metropolita di Bologna