Bologna, 23 aprile 2018 - L’impresa è compiuta. Sono bastati cinque giorni a Paolo Vezzani per completare il viaggio da Bologna a Monaco di Baviera con la sola forza delle sue braccia. 530 chilometri in sella a una carrozzina pieghevole da quasi venti chili. Non un prototipo ultraleggero, ma il ‘ronzino’ di un uomo straordinario, che è ripartito dalla quotidianità per ricostruire la sua vita. E’ il 2014 quando gli viene diagnosticato un sarcoma all’anca, “da allora l’ospedale Rizzoli – ci aveva raccontato – mi ha salvato la vita due volte, ma purtroppo per la mia gamba destra non c’è stato nulla da fare”. Così è nata l’idea del viaggio, “ dovevo fare qualcosa di grande per smuovere le acque, per sostenere la ricerca e la lotta al sarcoma”.
La domenica di Pasqua Paolo è partito proprio da quel Rizzoli che gli ha salvato la vita, prima tappa: Bologna-Verona. Una data strategica, pensata per evitare il traffico pesante, un percorso fra i paesini della ‘Bassa’ fino all’attraversamento del Po e allo scontro con le prime difficoltà come il vento contrario. Il secondo giorno, ripartito da Verona di buon mattino Paolo si è lanciato lungo la statale alla velocità di 70 chilometri orari, poi ha preso la pista ciclabile che arriva fino al Brennero. Da lì un veloce saluto al comando provinciale dei Carabinieri di Trento (dei quali porta il logo per le imprese sportive) e poi via per l’ultimo tratto in notturna fino a San Michele all’Adige. Il terzo giorno ha visto la tappa più lunga di tutte: 130 chilometri fino alle pendici del Brennero, “mi sono sempre lasciato il maltempo alle spalle, quasi andassi più veloce del vento”, e l’arrivo a Vipiteno.
Non ci sarebbero le grandi imprese se non ci fossero anche le grandi difficoltà, come è capitato il quarto giorno: “A 4 chilometri dal passo la pista ciclabile era bloccata dalla neve, e siamo dovuti passare sulla strada statale. Come se non bastasse, alle porte di Innsbruck, ho rotto il cambio e un disco del freno“. Complici un meccanico locale e la sua grande forza di volontà, il giorno successivo Paolo è arrivato finalmente a Monaco, dove è stato ricevuto dal console italiano.
“Mi porto a casa un’esperienza unica che non dimenticherò. Non rinunciate mai a nulla, perché a volte anche solo un giro in bicicletta è una cosa fantastica“.