MONICA RASCHI
Cronaca

Sant’Orsola, nuova Pet ’Cacciatrice’ di tumori: in un solo minuto scova i più piccoli

La macchina hi-tech, che costa 21 milioni di euro, è l’unica in Europa. Fondamentale per lo studio delle neoplasie e dei nuovi radiofarmaci. La velocità di esecuzione dell’esame utile soprattutto per i bambini. .

Sant’Orsola, nuova Pet ’Cacciatrice’ di tumori: in un solo minuto scova i più piccoli

Sant’Orsola, nuova Pet ’Cacciatrice’ di tumori: in un solo minuto scova i più piccoli

Una nuova Pet/Ct (la tomografia a emissione di positroni) di ultimissima generazione, capace di studiare l’intero corpo umano in un’unica scansione rilevando fino alle più piccole cellule tumorali, è stata inaugurata ieri mattina al Sant’Orsola.

Il macchinario, unico in Europa (al mondo ne esistono dieci), oltre ad abbattere la durata degli esami (da 12 minuti a meno di un minuto), offre opportunità uniche per la ricerca e lo sviluppo in oncologia, in particolare nel campo dei radiofarmaci.

La Medicina Nucleare del Sant’Orsola, già centro tra i più noti a livello europeo per qualità degli studi scientifici, completa così la sua attrezzatura eccezionale nel campo dell’imaging avanzato. La nuova Pet costa 21 milioni di euro e l’investimento, che è stato sostenuto da fondi di ricerca aziendali e regionali, rientra nel più ampio piano di sviluppo della ricerca con grandi apparecchiature diagnostiche del Policlinico che vuole diventare un punto di riferimento non solo italiano ma anche europeo. L’unicità del dispositivo risulta inoltre particolarmente rilevante sia per le applicazioni a bandi di ricerca competitiva, come quelli europei, sia per le collaborazioni con vari partner per lo sviluppo di approcci innovativi. Da qui lo stretto collegamento con l’Università ma anche con quel concetto di interaziendalità, più volte ribadito durante l’inaugurazione.

Tra le principali applicazioni cliniche e di ricerca del rivoluzionario macchinario rientrano l’identificazione dei residui tumorali (ad esempio in caso di mielomi e linfomi), la diagnosi di recidive neoplastiche (tumori della mammella, melanomi, tumori del tubo digerente e tumori dell’ovaio), lo studio di processi infettivi (endocarditi e setticemie) e la diagnosi precoce di risposta al trattamento (Car-T, immunoterapia, target therapy).

Grazie alla sua elevata sensibilità, inoltre, il dispositivo consente di diminuire di oltre l’80 per cento la dose di radiofarmaco somministrato. Un vantaggio soprattutto per i pazienti pediatrici e giovani che devono ripetere più volte l’esame. Grazie a un campo di vista di quasi due metri e alla presenza di algoritmi di ricostruzione e software di post-elaborazione estremamente avanzati c’è la possibilità di seguire il percorso e la distribuzione dei radiofarmaci in modalità dinamica, osservandone l’evoluzione nel tempo: un grande salto in avanti per la ricerca che apre infatti importanti prospettive per lo sviluppo di nuovi radiofarmaci sia con finalità diagnostiche che terapeutiche. Gli studi riguarderanno soprattutto l’ambito oncologico, ma anche i processi infiammatori e le malattie autoimmuni.

All’inaugurazione numerose personalità politiche e sanitarie, tra queste il presidente della Regione, Stefano Bonaccini; l’assessore al Welfare del Comune, Luca Rizzo Nervo; il magnifico rettore di Unibo, Giovanni Molari; l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini; la direttrice generale del Policlinico, Chiara Gibertoni; il direttore della Medicina Nucleare del Sant’Orsola, Stefano Fanti.