DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Sant’Orsola: in pensione cinque primari

I professori Presutti, Taffurelli, Melotti, Trevisani e Pession hanno lasciato i loro incarichi dopo aver compiuto 70 anni

Lasciano l’Irccs Sant’Orsola, per motivi anagrafici, cinque camici bianchi universitari: sono i professori Livio Presutti, Mario Taffurelli, Rita Maria Melotti, Franco Trevisani e Andrea Pession. Lo stop, come ogni anno accademico, arriva il 1° novembre successivo al compimento del settantesimo anno d’età.

L'ospedale Sant’Orsola di Bologna perde cinque primari
L'ospedale Sant’Orsola di Bologna perde cinque primari

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"Per quasi vent’anni, fino al 2003, ho lavorato al Maggiore – ricorda Presutti, già ordinario di Otorinolaringoiatria e direttore sia della clinica Otorino sia del dipartimento del distretto testa collo del Sant’Orsola –. Poi sono stato al Policlinico di Modena, dove sono diventato universitario, e nel 2020 mi sono trasferito al Sant’Orsola". Presutti è conosciuto a livello internazionale per le tecniche mini invasive di chirurgia endoscopica dell’orecchio. "Ho scritto i primi due libri al mondo di chirurgia endoscopica dell’orecchio e della base cranica laterale, insieme al professor Daniele Marchioni di Modena. E dopo queste pubblicazioni – fa notare – sono stato invitato a parlare in molti congressi e anche a operare applicando le mie tecniche su tumori, traumi, sordità, perforazioni del timpano nell’adulto e nel bambino. E molti colleghi sono venuti dall’estero per imparare e arrivano a Bologna anche tanti pazienti da fuori Regione. Quanti in lista d’attesa? Oltre 2.700 pazienti, è la lista d’attesa più lunga dell’ospedale. Ho allievi bravissimi e giovani che proseguiranno il mio lavoro: il mio successore, già professore ordinario a 42 anni, è Gabriele Molteni".

Il chirurgo Mario Taffurelli fa i conti. "Sono entrato al Sant’Orsola il 16 luglio del ’78, quindi 45 anni fa, subito dopo la laurea – precisa –. Prima come ricercatore universitario, poi associato e dal 2004 professore ordinario e ho assunto la direzione del reparto di Chirurgia d’urgenza, in seguito quello di Chirurgia generale. Mi sono sempre occupato di chirurgia della mammella e nel 2011 il mio reparto è diventato Chirurgia senologica".

Taffurelli sottolinea che "l’incidenza del cancro della mammella è in aumento, oggi colpisce una donna su otto, mentre nel 1991 era di una su 14, ma quella era l’epoca precedente allo screening. Quindi i casi aumentano, ma si riduce la mortalità. Nella mia carriera ho operato 13mila donne malate di cancro al seno, applicando nel corso del tempo tutti i miglioramenti tecnologici e le linee innovative. Nel 2005 qui abbiamo fondato da antesignani la breast unit – osserva Taffurelli – e nel 2012 ha avuto la certificazione europea, la prima in Emilia-Romagna: è basata sulla valutazione multidisciplinare di ogni caso a cui partecipano, oltre al chirurgo, l’oncologo, l’anatomo patologo, il radiologo, il radioterapista e l’infermiere case manager con il ruolo di coordinatore. Operiamo in un anno 500 pazienti per il cancro e altre cento circa per lesioni pre cancerose, più del 20% delle donne proviene da fuori provincia e da fuori regione. Dal 2018 ho diretto anche la breast unit di Imola".

Rita Maria Melotti, a lungo ordinario di Anestesia e rianimazione e direttore di Anestesiologia e terapia del dolore, chiarisce di essere "bolognese doc e di aver svolto tutto il percorso formativo e lavorativo a Bologna e ho iniziato a frequentare i reparti di Chirurgia e anestesia fin dal 1971 e da allora non ho mai abbandonato l’Alma Mater. Nel 1977 mi sono laureata con Gianfranco Di Nino, poi diventato mio marito, allievo di Carlo Cetrullo. Per oltre un decennio sono stata direttore della scuola di specializzazione e ho collaborato, all’inizio degli anni Duemila, con Giovanni Bissoni, allora assessore regionale alla Sanità, a un progetto sull’umanizzazione delle cure in terapia intensiva. E ho partecipato ai tavoli tecnici che hanno portato alla stesura della legge 38 del 2010 su terapia del dolore e cure palliative".

Franco Trevisani, clinico medico dell’Alma Mater, spiega di essersi occupato "di attività ricerca e didattica e la mia attività scientifica si è concentrata sulle malattie del fegato". Il posto di Andrea Pession, già direttore della Pediatria specialistica, sarà occupato da Marcello Lanari, che è già direttore della Pediatria d’urgenza.

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