ANDREA SPINELLI
Cronaca

Santi Francesi:: "Queste note volano nell’aria"

Stasera all’Estragon presentano il nuovo ep "Un lavoro prettamente rock, molto sincero".

Santi Francesi:: "Queste note  volano nell’aria"

I Santi Francesi stasera all’Estragon con ’Potrebbe non avere peso’

"Con quel titolo sottolineiamo la convinzione di scrivere canzoni che fluttuano nell’aria senza pretendere di cambiare niente, ma nel momento in cui suoni, quei concetti, quelle immagini, raggiungono qualcuno e se allora sì che possono acquistare un valore, trasformandosi in qualcos’altro" spiegano i Santi Francesi a proposito di ’Potrebbe non avere peso’, secondo ep del loro cammino che presentano stasera all’Estragon. "D’altronde viviamo tempi potenziali, viene spontaneo usare il condizionale".

Nel 2019, come The Jab, avete pubblicato ’Tutti manifesti’. Poi, diventati Santi Francesi, di album non ne avete fatti più. Perché?

"Quella dell’album sarebbe la dimensione ideale in cui proporre la nostra musica, ma ci siamo sempre trovati a fare i conti con lo scetticismo nell’industria discografica, dovuto forse alla convinzione che mettere tutto in un progetto articolato comporti necessariamente la conseguenza di ‘buttare via’ alcuni brani. Accade, però, che certi pezzi, se non pubblichi, finisci col buttarli. E quindi siamo davanti al classico cane che si morde la coda".

Un pezzo come ’Ho paura di tutto’ è figlio dell’incognita dei tempi?

"Esprime piuttosto l’ansia di una generazione. Quella di chi si trova nei vent’anni, la nostra. Una specie di cappottino che ti immobilizza schiacciandoti a terra, alimentato per l’80% dall’invadenza dei social. D’altronde se a questa età non hai una punta di preoccupazione, un filo d’ansia, c’è qualcosa che non va".

Un tempo tutto era possibile. Oggi la percezione è un po’ cambiata.

"Già, ma la tendenza a porsi degli obiettivi da raggiungere e a lavorare duro per riuscirci, rimane. Il nostro, ad esempio, è quello di non prenderci in giro facendo quel che abbiamo in mente senza cedere troppo al compromesso. Sappiamo, ad esempio, di aver prodotto un ep che le radio non passeranno, perché i suoni non sono poi così di moda, ma la priorità era quella di essere completamente sinceri, con noi stessi prima ancora che con gli altri. E questo l’abbiamo fatto".

Cosa rimane fuori da questi 20 minuti e 39 secondi di musica?

"Abbiamo fatto un disco prettamente rock, molto suonato, ma di quel che volevamo dire non manca nulla. C’è il discorso fra noi due, c’è la paura, il romanticismo mieloso e stremato perché alla fine è l’amore a tenere assieme tutte le cose".

All’Estragon lo proporrete tutto?

"Sì, assieme alle canzoni precedenti e ad alcune cover, già fatte come ‘Ragazzo di strada’, ma anche inedite come ‘Calleth You, Cometh I’ degli Ark, molto vicino allo spirito di questo nuovo ep".

Sanremo. Saltate il giro?

"Non sentiamo il bisogno di essere mainstream a tutti i costi e così come non sentiamo la necessità di andare al Festival e di pubblicare una hit estiva”.

Non succede, ma se succede…

"Il sogno è quello di provare a suonare in un altro modo, magari un filo più elettronico. In concerto, comunque, qualcosa proviamo a cambiarla ogni volta, come dimostra la presenza di un chitarrista in più per questo tour".