Bologna, 4 gennaio 2025 – Sarebbero intervenuti per sedare una lite scoppiata tra loro connazionali e un gruppo di nordafricani, alimentata dai fumi dell’alcol. Una ventina di persone sarebbero coinvolte nella rissa, finita con il ferimento di due ragazzi pakistani di 17 e 27 anni, avvenuta la mattina di Capodanno in Montagnola. Lo sta ricostruendo la Squadra mobile, che indaga sulla violenta aggressione, culminata con il diciassettenne trasportato in codice di massima gravità all’ospedale Maggiore, con tagli al torace e al volto. Tagli fortunatamente superficiali, come poi appurato al pronto soccorso, dove il minorenne è stato ricucito, con 15 giorni di prognosi. L’amico, invece, aveva riportato una ferita al polso, anche questa di lieve entità.
I due sono stati ascoltati subito dalla polizia: hanno raccontato di non conoscere le persone in lite, ma di essere comunque intervenuti per sedare la violenta lite scoppiata tra i due gruppi. Lite animata probabilmente dai fumi dell’alcol e culminata in pugni, calci e bottigliate: proprio un coccio di vetro sarebbe stato utilizzato per ferire i due ragazzi.
Una testimonianza che combacia con quanto ripreso dalle videocamere degli impianti di sorveglianza del parco della Montagnola, dove la violenza è avvenuta poco prima delle 5 del mattino. Gli agenti della Squadra mobile hanno analizzato i video, scartando al momento le ipotesi relative a un’aggressione a scopo di rapina o ad altri reati. Questo, mentre continuano gli accertamenti per individuare i protagonisti della movimentata nottata, autori dei colpi che hanno fatto finire in ospedale i due ragazzi. E anche per verificare se, effettivamente, la rissa sia nata solo a causa dell’alcol o se ci sia qualche altro motivo, più specifico, dietro.
Resta la costante della criticità dell’area, dove nell’ultimo periodo si sono susseguite rapine e aggressioni, fino ad arrivare all’omicidio, a maggio scorso, di un ventunenne tunisino, Montez Alibi, ammazzato da un connazionale di 17 anni per una bicicletta. L’apice di una serie di violenze periodiche: l’ultima aggressione, molto violenta, era avvenuta lo scorso 12 dicembre, ai danni di due rider, due fratelli pakistani di 19 e 25 anni, che erano stati accerchiati e presi a sprangate a scopo di rapina da un gruppo di nordafricani. In quella circostanza, la polizia, subito allertata dalle vittime, era riuscita ad arrestare uno dei violenti, un tunisino di 23 anni, ospite di una comunità del Reggiano, fermato in stazione, mentre stava cercando di allontanarsi. A ottobre, invece, due gruppi di ragazzi, egiziani e tunisini si erano affrontati a colpi di machete, non è chiaro se nell’ambito di una rissa o di una ‘spedizione punitiva’ nell’ambito dello spaccio. All’ospedale erano feriti due ragazzi egiziani di 28 e 26 anni e un tunisino di 34 anni. I due egiziani avevano riportato ferite a una gamba (con prognosi di 30 giorni) e a un polso (con prognosi di 15 giorni), mentre il tunisino se l’era cavata con un taglietto. Quest’ultimo, già con precedenti di polizia per reati contro la persona e in materia di stupefacenti, era stato denunciato perché riconosciuto con certezza da uno dei due egiziani come concorrente nel reato di lesioni, anche se non a titolo di aggressore principale.