Bologna, 4 ottobre 2024 – I genitori di Fallou e il presidente della repubblica federale tedesca Frank-Valter Steninmeier. Sono questi gli esempi ‘ luminosi’ che il cardinale Matteo Zuppi invita a seguire per sconfiggere la violenza e la paura che anche a Bologna si sono radicate. Oggi tutta la città ha festeggiato il suo patrono, quel San Petronio che come vescovo guidò l’arcidiocesi tra il 431 e il 450 e che grazie alle sue opere e alle sue mediazioni venne considerato dai fedeli come il ricostruttore di una realtà che in cambio della sua indipendenza dall’imperatore Teodosio II investì nell’istituzione dello Studium che diventerà poi l’università di Bologna.
“Oggi la libertà consiste nello spegnere quella violenza inquietante e quella conseguente paura che ogni tanto anche qui si presentano – ha ricordato Zuppi -. Violenza e paura sono i motivi per cui a un giovane viene tolta la vita, e sono anche la causa delle tante violenze domestiche che si consumano nel luogo che, invece, dovrebbe trasmettere sicurezza e dello sfruttamento di tante persone nel loro corpo perché considerate delle semplici braccia. La violenza si somma alla violenza e la paura si aggiunge alla paura fino ad arrivare alla loro esplosione che è la guerra e che toglie ogni umanità. La violenza e la paura non si vincono con una violenza superiore, ma con le vie dell’amore”.
Ed è qui che l’arcivescovo invita a riflettere su come davanti alla crudeltà si sono mossi il papà e la mamma di Fallou, il giovane accoltellato in strada da un suo coetaneo nelle scorse settimane, e il capo di Stato della Germania.
“Davanti ad un figlio ucciso non hanno voluto vendetta, ma hanno chiesto che si impedisse a tutti i ragazzi di avere un coltellino nelle tasche per evitare che altri giovani venissero uccisi, solo così quella morte poteva diventare motivo di vita. Un’altra via da seguire è quella del coraggio di chiedere perdono. Il presidente tedesco a Marzabotto non ha usato mezzi termini quando ha detto che si vergognava e che non poteva fare altro che inchinarsi e chiedere scusa. Ha anche ricordato che è dà lì che è nata l’Europa, perché dopo quella barbarie la gente ha capito che l’unico modo per riuscire a superarla era la condivisione”.
Un dialogo che il cardinale chiede anche al mondo politico bolognese per superare le differenze e fare tutti insieme il bene della città degli uomini. “Serve lo sforzo di tutti per avere scelte lungimiranti e quella capacità innovativa che Bologna ha sempre dimostrato di avere. Bisogna collaborare assieme sui temi sociali che richiedono coinvolgimento e un confronto vero. A tutti è chiesto di vedere questa città non da estranei e spettatori ma sempre come la propria casa. La città cambia se io inizio a cambiare accogliendo con amore e rispetto, guardando con interesse e cercando di capire l’altro invece di essere distratti e pieni di giudizi malevoli. Gesù non ha mai messo confini, è stato l’uomo a metterli per divedersi e per distinguersi”. Alle funzione erano presenti le diverse autorità militari e civili, tra le quali il sindaco Matteo Lepore.