Bologna, 22 settembre 2023 – “Scusi, lei spaccia?”: l’alloggio Acer di via Deledda 16, al Pilastro, è diventato famoso per la citofonata di Matteo Salvini. Finché a maggio, il giudice di primo grado ha confermato: lì si spacciava davvero. I componenti della famiglia Labidi, assegnatari dell’appartamento, sono stati condannati a pene tra tre mesi e quattro anni e mezzo (tranne Yaya, il ragazzino che rispose alla citofonata: minorenne all’epoca, sarà giudicato a parte). Così, dopo le istanze contro lo sfratto dell’intestataria Caterina Razza, la madre di Yaya, tutte respinte, e i tentativi di sfratto andati a vuoto, ieri mattina Acer è finalmente riuscita a tornare in possesso dell’alloggio, la cui concessione aveva deciso di fare decadere proprio perché le inchieste avevano chiarito che era stato utilizzato in modo scorretto. Che aveva ospitato traffici illegali. Le forze dell’ordine vi trovarono infatti droga, bilancini, munizioni. E le norme Acer e il codice civile prevedono che per far decadere il diritto all’alloggio non servano condanne definitive, ma basti la certezza che il nucleo l’”abbia adibito a scopi illeciti o immorali”.
Ieri, all’arrivo dell’ufficiale giudiziario, la casa era vuota. Probabilmente gli inquilini se n’erano andati il giorno prima. Niente presidi né interventi delle forze dell’ordine stavolta. Ora, gli addetti Acer la stanno già mettendo in sicurezza per inserirla al più presto nel circuito dei ripristini, per una nuova assegnazione. C’è qualche danno: la cassaforte a muro è stata divelta, lasciando al suo posto un enorme buco nella parete (foto nel tondo).
“Questo sfratto mette un punto fermo, sia di lezione anche per altri assegnatari – commenta il presidente di Acer, Marco Bertuzzi –. I nostri alloggi vanno usati in modo corretto, non per delinquere. Abbiamo vinto in tutti i gradi di giudizio contro i ricorsi: la corretta custodia dell’appartamento spetta all’assegnatario, pena la decadenza della concessione. La legalità è un tema cui teniamo molto e su cui facciamo verifiche continue”. Non solo, prosegue Bertuzzi: “Le segnalazioni di altri assegnatari sono preziose. Ci è forse voluto più tempo del previsto, ma alla fine il risultato è arrivato. Ne siamo orgogliosi”.