Lo storico dell’arte Francesco Arcangeli, agli inizi degli anni ‘60, già si interessava a Lucio Saffaro, e Carlo Argan scriveva che la sua produzione era più artistica che scientifica. Oggi si apre a Palazzo Fava la mostra ’Viaggio verso l’ignoto. Lucio Saffaro tra arte e scienza’, realizzata grazie alla Fondazione Lucio Saffaro, presieduta da Federico Carpi, che ha prestato 37 oli, 34 litografie e 16 disegni del pittore, scrittore, poeta e matematico. Genus Bononiae ha così creato un’esposizione, curata da Claudio Cerritelli e Gisella Vismara, che presenterà, come hanno sottolineato sia il presidente Filippo Sassoli de Bianchi che il consigliere di Genus, Gianandrea Rocco di Torrepadula, un artista originale e di grande valore pittorico. Il pregio di questa mostra, conferma Cerritelli, è di evidenziare la prima parte dell’arte di Saffaro, ossia quella relativa agli Anni ‘50, dove compaiono già scene irreali con colori forti, come nelle opere ’Il concerto’ (1954) e ’Identificazione della realtà’ (1955), per poi procedere con un senso dello spazio che si identificherà nella geometria ed in particolare nei poliedri dell’età matura, immagine definitiva della sua arte. Negli Anni ‘60 si consolida quella pittura che si permea di matematica (era infatti laureato in fisica), per giungere ai "poliedri eleganti", così definiti dal matematico Michele Emmer. Il colore del mare della natia Trieste impera nell’ultima sua produzione. Bologna però, per lui, era la sua vera città: quella dei sentimenti, delle amicizie e quella, come ha precisato Federico Carpi, dove ha voluto orgogliosamente che fosse realizzata la Fondazione con buona parte delle sue opere. Opere insomma che non appartengono a nessuna corrente artistica, ma che si identificano con una forma originale di sentire e di interpretare del mondo. "Grazie ai suoi minuscoli taccuini, in parte presenti a San Giovanni in Persiceto – sottolinea Vismara – sui quali ha disegnato a china tutte le sue opere, siamo stati in grado di realizzare un catalogo generale. Le opere, specie quelle degli anni ‘70 e ‘80, sono caratterizzate da inquietudine e tristezza infinite". Oggi alle 18, in San Giorgio in Poggiale Flavio Caroli, terrà la conferenza sull’arte di Lucio Saffaro.
Nicoletta Barberini Mengoli