Bologna, 27 febbraio 2022 - Dopo la carica dei 10mila sul Crescentone per gridare con forza no alla guerra, Bologna si prepara ad abbracciare i profughi ucraini. E un primo punto fermo verrà messo domani quando in Prefettura si riunirà il Comitato per la sicurezza pubblica, coinvolgendo sindaci e associazioni dei comuni bolognesi (oltre a Imola). Da Palazzo Caprara per il momento nessuno si sbilancia sul numero di arrivi e sulle eventuali sistemazioni, anche se stando a ciò che trapela sarebbero già stati individuate 5 o 6 strutture adatte, o adattabili, all’accoglienza. L’obiettivo, comunque, sarà quello di cercare di avere massima disponibilità da parte di tutti i responsabili territoriali, in attesa che da Roma arrivino le stime ufficiali sul numero di profughi.
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Il sindaco Matteo Lepore è pronto ad accoglierli e a Palazzo d’Accursio la macchina è partita. L’assessore al Welfare Luca Rizzo Nervo sta facendo un’attenta valutazione delle risorse in campo, in un continuo contatto con Asp (Azienda pubblica di servizi) e tutta la rete di ong e associazioni che si occupano di accoglienza. "Stiamo lavorando per farci trovare pronti, in stretta collaborazione con la Prefettura", spiega il titolare del Welfare. Se, infatti, tocca a Palazzo Caprara organizzare la prima accoglienza, poi la palla passerà al Comune per la fase due, il Sai, il Sistema accoglienza integrazione (ex Sprar). Ma, di fronte all’emergenza, Palazzo d’Accursio potrebbe dare da subito una mano. Intanto si sta cercando di verificare quanti e quali posti sono disponibili in città, vagliando tutte le strade. Difficile utilizzare i posti non ancora attivati per l’emergenza afghana (circa 200), ma il lavoro è comunque partito e il Comune ha già un gruppo operativo interno, una task force coordinata da Rizzo Nervo che lavorerà con la Prefettura. Al momento si cercano soluzioni per donne e bambini, visto che gli uomini non possono uscire da Kiev.
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Rita Paradisi, responsabile servizio protezione internazionale di Asp, fa sapere che su mille posti per adulti singoli e nuclei famigliari, ce n’è una ventina libera (per la seconda accoglienza), "ma una volta che si avrà certezza sui profughi in arrivo, il nostro sistema coordinerà i 14 soggetti del terzo settore con cui operiamo in sinergia, puntando poi sui servizi d’integrazione. Dall’accompagnamento sanitario a quello scolastico, linguistico, culturale...". Impegnatissima anche l’associazione Italia-Ucraina di Bologna, con la vicepresidente Mariana Sandulovych pronta a dare i primi aiuti. "Sto mettendo in contatto alcuni profughi che stanno arrivando con chi è pronto a ospitarli. C’è una giovane mamma con una bimba che nelle prossime ore sarà qui, un’altra amica che è riuscita a uscire da Kiev da qualche ora e adesso è ferma a Budapest. Senza contare i ricongiungimenti famigliari". Se le stime ufficiali, infatti, contano quasi 4mila ucraini in città, per Mariana sono almeno il doppio. In attesa del tavolo di domani, intanto, arriva la disponibilità dai Comuni della provincia. "Faremo un censimento degli alloggi pubblici – spiega Isabella Conti, sindaco di San Lazzaro – e pensiamo a una collaborazione con hotel, alberghi, ostelli per una prima accoglienza. Faremo tutto ciò che c’è bisogno". Stesso leit motiv per il collega Massimo Bosso da Casalecchio: "Una soluzione adeguata la troveremo insieme ai nostri servizi". Nel suo comune oggi vivono già 250 ucraini, tutti residenti. "Da tempo – spiega invece Maurizio Mazzanti, primo cittadino di Budrio – siamo gemellati con il Comune di Vyshgorod vicino a Kiev e in queste ore sono costantemente in contatto con il collega sindaco. Da parte nostra siamo pronti per ogni necessità, contatteremo Caritas e privati e costruiremo un piano di accoglienza comune".