Bologna, 29 marzo 2023 – Una cartella esattoriale per un’Imu non pagata al Comune di Bologna nel 2017. Seicento euro circa, più la sanzione, per il garage in via Vittoria e metà della vicina casa di via Signorini 11, in Santa Viola. Quando la lettera è arrivata al carcere di Bollate, Milano, intestata a Roberto Savi, questi è però rimasto quantomeno basito.
Non solo perché, essendo all’ergastolo, non gli è semplice pagare le tasse con regolarità. Poi perché il garage, quello pieno di armi che fu ampiamente perquisito nel 1994, dopo l’arresto di Savi, è da quel dì sotto sequestro. Preventivo, certo, ma di cui poi il ’corto’ della Banda della Uno Bianca non ha più saputo nulla. Nessuno ha mai fatto richiesta di dissequestro né le parti civili ne hanno mai chiesto conto, nonostante avrebbero potuto farlo, come risarcimento per quanto spettava loro secondo le sentenze dei giudici. Il Comune, tra l’altro, è una di queste parti. Non sono poche, è noto, quelle che si sono costituite per i delitti dei fratelli Roberto, Fabio e Alberto e dei loro complici, che dal 1987 al 1994 terrorizzarono Bologna, la Romagna e le Marche lasciando dietro di loro 23 vittime e oltre cento feriti.
Insomma, di quel garage Savi non ha saputo nulla fino a ora: quando appunto gli è arrivata la cartella di pagamento da parte del Comune per quella tassa non versata sei anni fa. Non solo: l’avviso per il recupero fa riferimento anche alla porzione a lui intestata della vicina casa di via Signorini, in cui Savi viveva con quella che allora era la moglie. Porzione che però l’ex poliziotto le cedette in sede di separazione consensuale, poco dopo l’arresto: una cessione regolarmente registrata con omologa. Insomma, non è chiaro da dove salti fuori questa richiesta di pagamento, né perché sia riferita proprio al 2017 e non negli anni precedenti o successivi.
Ora, l’avvocato Donatella Degirolamo, che difende e rappresenta Savi anche come suo tutore poiché l’uomo è interdetto a seguito della condanna, ha contattato gli uffici del Comune, con l’intento di chiarire un eventuale errore nell’intestazione della proprietà, ma le sarebbe stato risposto che sta a lei documentare l’avvenuto sequestro del garage e la cessione della porzione di villetta, negli anni Novanta. "Assurdo, come quando arrivano bollette intestate a una persona defunta da anni...", commenta la legale, che ora valuta di rivolgersi al giudice tutelare.