MONICA RASCHI
Cronaca

Rizzoli, nuove tecnologie: imprenditore dona una Tac rivoluzionaria da un milione di euro

Lo strumento è stato poi acquistato dalla Fondazione dell’Istituto. Il sistema di diagnostica ad alta precisione usato in sala operatoria. Ricevuto anche un altro dispositivo per diagnosi e cura del linfedema

Bologna, 5 marzo 2024 – Una sofisticata Tac intraoperatoria del valore di oltre un milione di euro, donata da un imprenditore emiliano al Rizzoli. Si tratta di un sistema di diagnostica per immagini che sarà utilizzato direttamente in sala operatoria, abbinato a un sistema di chirurgia computer assistita che consente di fotografare la situazione in tempo reale e, limitando l’esposizione ai raggi X per i chirurghi e il paziente, permette di realizzare una vasta gamma di procedure complesse ottimizzando i risultati clinici per la sua estrema precisione.

Da sinistra: Donini, Campagna, Guidi, Innocenti e Gasbarrini
Da sinistra: Donini, Campagna, Guidi, Innocenti e Gasbarrini

Sarà utilizzato soprattutto negli interventi connessi alla chirurgia vertebrale diretta dal professor Alessandro Gasbarrini, ma anche in altri di natura oncologica eseguiti dalle altre strutture del Rizzoli. Lo strumento è poi stato acquistato dalla Fondazione Istituto Ortopedico Rizzoli. Il donatore ha voluto restare assolutamente anonimo. Si sa soltanto che è un imprenditore, non di Bologna, ma emiliano e che è un "grande filantropo – spiega la presidente della Fondazione, Federica Guidi –. Una persona che stimo molto, che nella vita ha fatto tante cose e che sono sicura continuerà a farne. Una persona che crede sia giusto restituire al suo Paese un po’ di ciò che ha ricevuto".

L’altra importante acquisizione della Fondazione tramite una raccolta è un dispositivo di diagnostica per immagini a fluorescenza necessario per la diagnosi precoce e la cura del linfedema, alterazione al sistema linfatico, che spesso si sviluppa come complicanza degli interventi su pazienti oncologici.

È il professor Marco Innocenti, direttore dalla Clinica IV Ortoplastica del Rizzoli a spiegare che cosa sia questa patologia: "Il linfedema si manifesta con il gonfiore di una parte del corpo, dovuto a un accumulo di liquidi nei tessuti causato da un’alterazione del sistema linfatico, causato da una malattia rara riconosciuta (detto linfedema primario) o più spesso conseguente al trattamento di patologie oncologiche quali il carcinoma della mammella (causa di circa il 30 per cento delle forme secondarie), melanomi, utero, intestino e testicolo, grossi traumi o terapie radianti che possono danneggiare il sistema linfatico. È una condizione patologica altamente invalidante. E i pazienti non sanno cosa fare, dove rivolgersi, visto che in Italia ci sono solo due centri attrezzati per questa patologia: uno in Liguria uno nel Lazio: oggi siamo nelle condizioni di poterli aiutare".

"Da oggi l’Emilia-Romagna si arricchisce di una nuova competenza, che risponderà alle esigenze dei pazienti anche da fuori regione", sottolinea Anselmo Campagna, direttore il direttore generale del Rizzoli che candida l’Istituto a diventare centro di riferimento regionale per questa patologia.

Guidi ha sottolineato la soddisfazione per i risultati e il ringraziamento non solo al donatore della Tac ma anche a tutti quelli che hanno permesso, tramite il crowdfunding, di attivare il progetto ‘Vivere il linfedema’. Presente anche l’assessore regionale alla Salute, Raffaele Donini: "Il Rizzoli fa un ulteriore passo avanti nella qualità della presa in carico dei pazien ti e lo fa grazie alla Fondazione".