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Rivoluzione sui mezzi pubblici. Abbonamento con nome diverso: "L’alias evita la discriminazione"
In città, da oggi, è possibile utilizzare l’identità alias sui mezzi pubblici locali. Grazie a una nuova procedura di Tper – insieme all’ufficio Pari opportunità e differenze di genere, diritti Lgbt del Comune –, è possibile richiedere o aggiornare l’abbonamento per il trasporto pubblico locale con il proprio nome elettivo, sostituendo automaticamente il nome di genere o anagrafico. "Un passo in avanti rispetto ad altre esperienze in giro per l’Italia che a noi non sono sembrate sufficienti", afferma la vicesindaca Emily Clancy. Una piccola rivoluzione mirata a eliminare "situazioni di disagio – continua Clancy – e forme di discriminazione legate all’identità di genere all’interno dei mezzi". "Una concreta attuazione delle nostre politiche di inclusione", dice Giuseppina Gualtieri, presidente di Tper. E anche il meccanismo è semplice: "Non serve nessuna motivazione – annuncia Fabio Teti, direttore amministrativo Tper – , è sufficiente compilare l’apposito modulo, non utilizzare ‘nomi ridicoli o vergognosi’ e scrivere alla mail alias@tper.it".
Specificando che al momento l’iniziativa è riservata a persone maggiorenni, sempre via mail si concorda l’appuntamento, dove viene poi rilasciato il nuovo abbonamento, della durata di 5 anni, conforme all’identità alias annullando, laddove già esistente, la tessera precedente. Nome e foto saranno corrisponderanno all’identità di elezione e da quel momento, nei rapporti con Tper, conterà solo l’alias. Questo avviene nella "città dei diritti, dell’accoglienza e dell’inclusività", come definisce Bologna la presidente della commissione Parità e pari opportunità, Porpora Marcasciano.
Questo è solo il traguardo intermedio di un lavoro che non è un modo per cavalcare l’onda del pride in arrivo sabato. Bensì, è solo l’ultima di una serie di iniziative come la carriera alias al personale comunale o in Unibo. Un passo a cui ne seguiranno altri: "Stiamo lavorando per attivare l’iniziativa anche nelle biblioteche e per avere nei piani di palazzo d’Accursio almeno un bagno no gender, affiancato a quelli maschio/femmina", racconta Clancy che precisa: "Quest’ultima cosa esiste già, abbiamo deciso di renderla più strutturata".
Iniziativa che lascia perplessa la Lega cittadina: "La fluidità dell’identità rischia di generare solo caos e incertezza", parla Matteo Di Benedetto, capogruppo Lega Bologna. Sulla stessa linea anche Francesco Perboni di Pro Vita e Famiglia: "Questa ideologia cancella e scioglie l’identità della persona".
Giovanni Di Caprio