CHIARA CARAVELLI
Cronaca

’Rivolta Pride’, 30mila in corteo "Qui per le famiglie arcobaleno"

Le rivendicazioni dei manifestanti. La giunta: "Un diritto trascrivere i bimbi nati in coppie omogenitoriali"

’Rivolta Pride’, 30mila in corteo  "Qui per le famiglie arcobaleno"

’Rivolta Pride’, 30mila in corteo "Qui per le famiglie arcobaleno"

di Chiara Caravelli

Bandiere colorate, musica, cartelli e tante, tantissime persone, più di trentamila. Il caldo di ieri pomeriggio non ha fermato l’edizione 2023 del Rivolta Pride: la marea arcobaleno è partita intorno alle 17 dai giardini di Villa Cassarini, zona Saragozza, per raggiungere piazza XX Settembre passando da Porta Saragozza, viale Carlo Pepoli, Porta Sant’Isaia, viale Giovanni Vicini, Porta San Felice, viale Antonio Silvani, Porta delle Lame, via Don Minzoni, Piazza dei Martiri, via dei Mille e via dell’Indipendenza. Il serpentone in difesa dei diritti della comunità Lgbtqia+ ha sfilato tra le vie della città celebrando i valori dell’uguaglianza, della libertà e dell’amore.

Inevitabili i disagi legati alla viabilità, con la città paralizzata per buona parte della giornata: molte vie infatti sono state chiuse al traffico per permettere il passaggio della parata. I problemi alla circolazione si sono andati a sommare a quelli relativi ai concerti di Marco Mengoni, ma nessun danno è stato registrato al passaggio del serpentone.

"Ho deciso di partecipare al Pride – dice Pierpaolo – perché ancora oggi ci sono un sacco di aggressioni omofobe, penso sia molto importante scendere in strada e dare il nostro supporto alle persone della comunità Lgbtqia+. È fondamentale che sempre più cittadini aderiscano a manifestazioni di questo genere al fine di sostenere i diritti di tutti senza discriminazioni in base all’orientamento sessuale". Al corteo hanno preso parte anche il sindaco Matteo Lepore e la vicesindaca Emily Clancy. Il primo cittadino ha deciso di sfilare insieme alla marea arcobaleno bolognese "perché come sindaco sto portando avanti le trascrizioni dei bimbi nati all’interno di coppie omogenitoriali in quanto credo sia un diritto riconosciuto dalla Corte costituzionale. Viene chiesto ai sindaci di mettere al primo posto il diritto dei minori ed è quello che stiamo facendo a Bologna e in tante città italiane". Ma torniamo alla parata, per la quale gli organizzatori non hanno chiesto alcun tipo di patrocinio al Comune per garantire la massima autonomia: a guidare il corteo, tra i numerosi carri, uno striscione viola con lo slogan di questa edizione: "Lotta e cura, senza paura!".

Durante la sfilata non sono mancate le rivendicazioni politiche contro l’attuale governo di Giorgia Meloni, accusato di non garantire i diritti alle persone della comunità Lgtbqia+, soprattutto dopo lo stop alla trascrizione di figli appartenenti a coppie formate da persone dello stesso sesso. Attacchi e striscioni anche nei confronti della ministra della Famiglia, Eugenia Maria Roccella. "Sono al pride – racconta Samuele, arrivato da Roma per partecipare alla manifestazione bolognese – per occupare spazio, per presidiare questi luoghi, perché vogliamo esserci con i nostri corpi, le nostre idee, i nostri diritti e i nostri doveri". Nel corteo presenti anche le femministe e la comunità cattolica che ha sfilato insieme ai genitori di figli Lgbtq+ al grido di "Nell’amore non c’è timore". Presenti alla manifestazione, dopo le polemiche dei giorni scorsi con la vicesindaca Emily Clancy, anche il portavoce della Lega, Giulio Venturi: "Ho deciso di accettare l’invito – dice – della vicesindaco per vedere con i miei occhi questa manifestazione e la realtà è stata peggio delle mie più cupe aspettative. Montagne di bottiglie abbandonate, vetri rotti e venditori abusivi di alcol. Giovani e meno giovani intenti a urinare in ogni strada. Perché i contribuenti bolognesi devono pagare per le spese di pulizia e forze dell’ordine e non gli organizzatori della manifestazione?". Il Pride 2023 ha raggiunto piazza XX Settembre, il serpentone arcobaleno si disperde tra le vie della città. E anche quest’anno l’amore libero e l’uguaglianza hanno colorato Bologna.