REDAZIONE BOLOGNA

Rivolta alla Dozza, quarantanove indagati: otto detenuti istigarono i compagni

Due rispondono anche di tentata evasione, gli altri di resistenza e lesioni

Sono quarantanove i detenuti indagati per la rivolta di marzo scorso alla Dozza. Ieri la Procura ha notificato loro il fine indagine: gli accertamenti, coordinati dal pm Elena Caruso, hanno identificato anche gli otto istigatori, che avrebbero distrutto le plafoniere al neon in un corridoio, gridando "Libertà, ora distruggiamo tutto". Altri sono accusati, a vario titolo, di resistenza e lesioni a pubblico ufficiale, per essersi opposti alla polizia penitenziaria, lanciando sedie, sgabelli o bombolette di gas contro il personale e sbarrando i cancelli delle sezioni detentive. Due detenuti rispondono di tentata evasione, perché cercarono di calarsi dal tetto, ma furono fermati dagli agenti, malgrado gli altri detenuti lanciassero oggetti contro i poliziotti. Tra gli indagati, pure il pilastrino Davide Santagata, 51enne, fratello di William e Peter, e Sonic Halilovic, che nel 2013 uccise il meccanico Quinto Orsi, investendolo con l’auto che gli aveva rubato. Non entra in quest’indagine la morte di un detenuto 29enne tunisino, per cui è già stata chiesta l’archiviazione: il decesso avvenne per overdose di farmaci.