REDAZIONE BOLOGNA

"Ritrovo di spacciatori". Licenza sospesa

Chiusa per due settimane con un provvedimento del questore la birreria ’Giardino Verde’ di Bazzano per motivi di ordine pubblico

"Ritrovo di spacciatori". Licenza sospesa

Chiuso per disposizione del Questore di Bologna il pub, gelateria e birreria Giardino Verde, in passato più noto per l’insegna del Loto Rosso, il locale che affaccia sulla Circonvallazione nord di Bazzano all’angolo con via Carducci. Uno stop di due settimane reso di pubblico dominio due giorni fa quando i carabinieri della stazione del capoluogo di Valsamoggia hanno messo i sigilli ai due ingressi ai lati del bel giardino che da troppi anni sarebbe stato trasformato in porto franco degli spacciatori di droga, sempre attivi intorno alla rotatoria e al viale che conduce direttamente alla piazza Garibaldi.

A quanto si apprende, il provvedimento del Questore è stato preso sulla base dell’articolo 100 del Testo unico leggi di pubblica sicurezza che prevede la sospensione della licenza di un esercizio nel quale siano avvenuti tumulti o gravi disordini, o che sia abituale ritrovo di persone pregiudicate o pericolose o che, comunque, costituisca un pericolo per l’ordine pubblico. E di questo si tratta dal momento che il locale al quale sono stati messi i sigilli affaccia proprio sulla principale piazza di spaccio tra Casalecchio, Valsamoggia e il modenese, come è emerso a più riprese dalle indagini dei carabinieri della stazione di Bazzano, guidata dal luogotenente Francesco Farina. Indagini che non si sono mai fermate anche dopo gli arresti fatti esattamente tre anni fa con l’operazione ‘Corda spezzata’ coordinata dal procuratore Giuseppe Amato e dal sostituto Nicola Scalabrini, e che portò all’arresto di Giovanni Pepe, barese di 48 anni, Mohammed Darif, marocchino di 34, e Issam Laubbiz, 42 anni, anche lui marocchino, perché accusati a vario titolo di produzione, traffico e detenzione illecita di stupefacenti. Essi si occupavano di reperire la droga che arrivava via mare dall’Albania e dal nordafrica e poi di smistarla tra i loro cavalli, operanti tra Casalecchio, Valsamoggia, Castelfranco e Spilamberto.

Dalle indagini emerse anche che per sottrarsi ai controlli i tre interravano la cocaina, sigillata in buste sottovuoto, nelle campagne di Bazzano. Ma per tenere i rapporti con i loro clienti utilizzavano anche i tavoli di due bar, uno di Bazzano ed un’altro a Castello di Serravalle. Già all’epoca era stata valutata la possibilità della sospensione della licenza che ora è scattata per il Giardino Verde.

g. m.