Bologna, 9 maggio 2017 – Il migliore tra i 1.397 ristoranti presenti a Bologna? Non c’è gara: è il Beirut Snack di via delle Moline. A sancirlo è la classifica di TripAdvisor – la bibbia dei giudizi online, sempre più amata e usata dai turisti (e forse meno dai gestori) -, aggiornata di continuo facendo una media tra il numero di commenti ricevuti, i voti e l’esperienza dei recensori. Una classifica accessibile a tutti da cellulare tramite app, cercando poi ‘ristoranti a Bologna’ e cliccando su ‘Tutti i ristoranti’.
Niente tortellini e tagliatelle dunque, in questo periodo sotto le Due Torri, piuttosto l’humus e i falafel di Bassam Daoud, un nonno ristoratore, in Libano, e un passato da commerciale. Osannato in ben 104 commenti (ad oggi), in gran parte scritti da italiani, di cui 90 eccellenti, 12 molto buoni e uno ‘nella media’, uno solo pessimo, eccezione che conferma la regola. E le sorprese, scorrendo la classifica, non sono certo finite. Poiché al secondo posto tra i locali con il più alto punteggio in città c’è un altro locale di cibo di strada o da asporto: StreeToast, panini italiani e specialità vegane in via Irnerio, medaglia d’argento con 388 commenti, di cui 349 eccellenti, 28 molto buoni e 11 ‘nella media’.
Chi cercava una cucina più tipica ed elaborata dovrà ‘accontentarsi’ del terzo in classifica: la Trattoria di via Serra, che pure è campionessa di recensioni (ben 1.509), di cui 998 eccellenti, 410 molto buone, 72 ‘nella media’, 18 scarse e 11 pessime. Il resto della top ten? La Salumeria Simoni in via Pescherie Vecchie, Pasta Fresca Naldi in via del Pratello, Il Panino di via Galliera, l’Arcimboldo sempre in via Galliera, Pizzartist di via Marsala. Trattoria da Me in via San Felice e l’Antica trattoria del Reno di via del Traghetto.
Il verdetto per gli amanti della tagliatella e della cotoletta bolognese al tavolo, è chiaro e impietoso: tra i primi sei ristoranti più votati su TripAdvisor, ci sono sei take away contro solo quattro trattorie tradizionali. Possibile? Sì. E a chi si stranisce, a Bologna come altrove, il sito americano nelle proprie domande più frequenti specifica con dovizia di particolari il funzionamento del sistema di classificazione: «L’indice di popolarità di TripAdvisor – si legge – si basa sulle valutazioni dei viaggiatori e indica il livello di soddisfazione generale. Ovvero, diversamente dai siti che classificano semplicemente in base al prezzo o alla categoria, noi utilizziamo un algoritmo proprietario che tiene conto delle opinioni di veri viaggiatori considerando la quantità, la qualità e l’attualità delle recensioni pubblicate».
Non c’è trucco e non c’è inganno, dunque, anche se ogni tanto si legge di hotel e ristoranti fantasma ottimamente recensiti sul portale e qualche ristoratore racconta di essersi imbattuto in venditori a pagamento di recensioni. Storture a cui il portale oppone un esercito di controllori incaricati di vagliare ogni singola recensione. Di sicuro, c’è che il sito funziona: molte delle recensioni citano altre recensioni come sprone a provare quel locale. E la ruota gira. Il resto, furbi a parte, non può che farlo la qualità.