
Una immagine degli scontri tra ultras bolognesi e francesi all'Irish pub di via Zamboni, il 26 novembre scorso
Bologna, 25 marzo 2025 – E' arrivata oggi la decisione del gip Domenico Truppa in merito alle richieste di misure cautelari per i dodici ultras del Bologna dopo gli scontri di fine novembre con i tifosi del Lille in via Zamboni. Dieci richieste sono state accolte e due rigettate.
Per uno dei tifosi è stata disposta la misura cautelare dell'obbligo di dimora nel territorio del comune di residenza, mentre per gli altri nove è stato disposto l'obbligo di firma solo quando gioca il Bologna, amichevoli comprese: una volta se Bologna è in trasferta e due volte in quella stessa giornata se invece gioca in casa. I dodici ultras bolognesi erano indagati per rissa (in alcuni casi aggravata da lesioni personali).
"Valuterò, dopo aver studiato l'ordinanza, se ci sono spazi proporre il Riesame", sottolinea l'avvocato Luca Portincasa, che assiste uno dei tifosi del Bologna a cui è stata data la misura dell'obbligo di firma.
Gabriele Bordoni assiste alcuni degli ultras. "Credo sia da rivedere la posizione del mio assistito (quello a cui è stata applicata la misura più importante, l’obbligo di dimora) quale autore della lesione più grave in quanto ha una situazione di salute che renderebbe oggettivamente impossibile quella condotta lesiva e violenta. Per tutti gli altri, resto della mia idea: ossia che non ci fosse la volontà di aggredire i francesi ingaggiando una rissa. Penso invece che i bolognesi siano statu sorpresi dalla condotta degli antagonisti transalpini. In ogni caso, aver posto l'obbligo di firma in coesistenza delle partite, quindi sostituendosi a un Daspo, mi sembra la soluzione più ragionevole se si vogliono evitare altri incidenti. Sotto questo profilo, mi sembra una decisione saggia e intelligente".
I fatti
I fatti risalgono allo scorso 26 novembre, quando all’Irish pub di via Zamboni, dopo una partita di Champions, all’improvviso si era scatenato il caos ed era esplosa la violenza: erano volati bidoni dell’immondizia, bottiglie di vetro e fumogeni. Tre i francesi feriti, due di loro piuttosto gravemente (portati in ospedale, avevano avuto 20 e 30 giorni di prognosi). In particolare, uno del gruppo ultras di Bologna è accusato di aver colpito al capo e al volto uno dei francesi con un oggetto pesante di metallo preso da un bidone dei rifiuti.
Durante gli interrogatori davanti al gip Domenico Truppa, il 20 marzo scorso, si è discusso della richiesta di applicazione delle misure restrittive avanzata dal pm: i protagonisti di quella sera hanno spiegato al giudice che non volevano la rissa.ù
Gli indagati bolognesi, di età compresa tra i 26 e i 67 anni, appartengono ai gruppi Settore Ostile, Mai Domi e Forever Ultras.
Indagati anche tre tifosi francesi.
La difesa
La difesa – tra gli avvocati che assistono gli ultras ci sono Gabriele Bordoni, Federico Guernelli, Simone Sabattini e Luca Portincasa – ha puntato in parte sulla dimostrazione di una ricostruzione diversa da quella emersa in prima battuta dopo la rissa. Dalla narrazione dei rossoblù, i primi a creare disturbo erano stati i francesi, che avrebbero aggredito alcuni ragazzini che indossavano la sciarpa del Bologna in zona universitaria, prendendoli a schiaffi.
La reazione dei bolognesi non si era fatta attendere, erano andati al pub a chiedere chiarimenti, ma i francesi avrebbero risposto: “Facciamo quello che vogliamo”. E la situazione in un attimo era degenerata.
Da quanto si era appreso subito dopo, un gruppo di tifosi rossoblù, circa un’ottantina, si sarebbe scontrato con alcuni tifosi della squadra transalpina Un agguato veloce, ma violento: gli ultras bolognesi avrebbero aggredito i rivali con cinghie e spranghe. Sui fatti di quella sera ha svolto indagini la Digos.