Rissa tra migranti al Cas di via Mattei

Nel centro d'accoglienza di Bologna, una lite banale tra quattro giovani ospiti si è trasformata in una violenta rissa, con uno dei contendenti finito in ospedale. La situazione è destinata a peggiorare con l'aumento dei flussi, e la responsabilità è tutta in mano agli operatori.

Il Cas di via Mattei è una polveriera. In cui ogni lite, anche la più banale, rischia di esplodere in violenza. È successo l’altra sera, quando quattro giovanissimi ospiti si sono messi le mani al collo e presi a pugni, soltanto perché uno di loro aveva superato la fila alla mensa. E uno dei contendenti è finito anche in ospedale.

Stando a quanto ricostruito dai carabinieri, intervenuti nell’ex Cie intorno all’ora di cena negli spazi della mensa, gli animi di quattro ventenni, due egiziani, un guineano e un ivoriano, si sono scaldati subito quando uno di loro ha scavalcato la fila, mettendosi davanti agli altri. Dalle parole i quattro sono passati ai fatti, prendendosi a pugni e calci, afferrandosi al collo e stringendo, fino a crearsi dei lividi. Sono stati gli operatori a dare l’allarme ai carabinieri, mentre i quattro si pestavano. All’arrivo dei militari dell’Arma altri migranti erano riusciti a separarli: ma addosso i quattro avevano tutti i segni della colluttazione, tra ecchimosi e abiti strappati. In via Mattei è intervenuto il 118 e uno degli egiziani è stato trasportato al pronto soccorso, per essere medicato. I militari dell’Arma li hanno identificati tutti: e adesso verranno denunciati per rissa.

Non è la prima volta, nel corso di questi primi giorni di agosto, che le forze dell’ordine intervengono nel centro d’accoglienza, arrivato al massimo della sua capienza (tanto che il prefetto Attilio Visconti ha disposto l’uscita di una cinquantina di ospiti per far posto ai nuovi) e con altri migranti in arrivo ogni giorno: nel pomeriggio di venerdì scorso gli operatori della struttura avevavo chiamato la polizia, per segnalare una rissa tra dieci migranti. Una situazione che, la storia della struttura bolognese insegna, con l’aumento dei flussi è destinata soltanto a peggiorare. E se negli anni passati a vigilare su quanto accadeva all’interno dell’enorme area c’era la polizia, adesso il controllo della situazione è tutto in mano agli operatori. Che poco però possono fare, quando in uno spazio si concentrano troppo dolore, frustrazione e disagio.

n. t.