"Su via Capo di Lucca abbiamo ricevuto diverse segnalazioni da un parente di un membro di Fratelli d’Italia, che prendo sul serio perché, nonostante questo, è un cittadino". Queste parole, pronunciate ieri dal sindaco Lepore sulla maxi-rissa del weekend in via Capo di Lucca, hanno scatenato i meloniani, che parlano senza mezze misure di "liste di proscrizione". E lo stesso Nicola Mangialardo, il residente che aveva realizzato il video del parapiglia e si era esposto denunciando ai media il fatto, si è sentito tirato in ballo: "Sono sbalordito dalle parole del sindaco. Di fronte a un evento di tale gravità, ha precisato l’appartenenza politica di chi ha fatto le segnalazioni e poi ha argomentato. Come se le tendenze partitiche di chi denuncia fosse più importante rispetto alle segnalazioni stesse". A sorprendere Mangialardo è in particolare "il ‘nonostante questo’ è un cittadino. È preoccupante".
Nella giornata di lunedì, Matilde Madrid, capo di gabinetto del sindaco, aveva detto di aver contattato i residenti di via Capo di Lucca. "Hanno chiamato chi volevano loro: il mio telefono non ha squillato – precisa Mangialardo –. Non credo sia un modo corretto di procedere". Un’altra parte del discorso di Lepore su cui Mangialardo puntualizza, è il fatto che chi ha effettuato le diverse segnalazioni "viene descritto come ‘un parente di un membro di FdI’. Lepore al 99% si riferiva a me, il mio nome è uscito anche sui giornali. Tuttavia ha detto una cosa non vera, perché non sono famigliare di rappresentati di Fratelli d’Italia. Forse è stato mal informato, anche se non mi vergogno a dire che ho votato Meloni. Mi domando come faccia a saperlo, ha leso la mia privacy sbattendo sulla stampa il mio orientamento politico, con il chiaro intento di delegittimarmi come cittadino, di sminuire il grave stato di insicurezza con cui conviviamo noi residenti di Capo di Lucca. È una intimidazione bella e buona", afferma.
Il senatore bolognese di Fratelli d’Italia, Marco Lisei, rincara la dose. "Una simile affermazione è di una gravità inaudita perché può voler dire solo una cosa: Lepore scheda i cittadini parenti (e non) di esponenti di Fratelli d’Italia, sa dove abitano. In più, le segnalazioni vengono addirittura filtrate quando gli pervengono. Facciamo fatica a trovare altre risposte a quello che ha detto che non sia definibile in ‘liste di proscrizione’, una vera e propria schedatura di chi simpatizza per il nostro partito".
Questo "è lo stato della democrazia a Bologna, lo viviamo da tempo, ma con Lepore ed il suo collocamento il clima è peggiorato – sottolinea Lisei – . Oggi sappiamo che non solo noi esponenti politici siamo schedati, ma lo sono anche chi ci è vicino, un vero e proprio attacco alla libertà e alla democrazia. Forse pensa di intimidirci, ma la destra in città è stata abituata a molto peggio, soprattutto in passato". Lisei critica ulteriormente il sindaco Lepore descrivendo "il suo metodo: arroganza e prepotenza sono nel suo stile, chiunque non gli giuri obbedienza è un suo nemico. Per gli amici poltrone, per i nemici intimidazioni politiche ed esilio. La politica invece dovrebbe essere partecipazione e dialogo anche con le opposizioni". Mentre Lepore "è impegnato a classificare i cittadini in base all’appartenenza politica, la città, è ‘sbragata’ dai cantieri per opere inutili, sulla sicurezza nulla si muove e gli ospedali sono al collasso", chiude Lisei.
Giovanni Di Caprio