DONATELLA BARBETTA
Cronaca

Rischia il braccio per una trombosi Tutta colpa di una costola in più

Donna di 39 anni salvata al Maggiore: "L’arto era diventato viola e gonfio all’improvviso". Decisivi tre interventi

Rischia il braccio per una trombosi Tutta colpa di una costola in più

di Donatella Barbetta

Per colpa di una costola cervicale in più ha rischiato di perdere un braccio a causa di una trombosi improvvisa mentre era al lavoro.

"Al mattino presto sentivo come un fastidio al braccio sinistro, ma nel giro di qualche ora era diventato viola e gonfio. Così sono corsa in ospedale". Flaviana Leto, 39 anni, di origine calabrese e da 20 anni residente sotto le Due Torri, segretaria in un centro estetico, alle 12.50 del 26 luglio scorso, si presenta al Pronto soccorso del Maggiore con il braccio quasi immobile, dolorante e cianotico.

"Era molto spaventata – spiega Enrico Iaquinta, infermiere del triage – e l’arto era freddo. La situazione mi è sembrata grave, anche per la giovane età della paziente". L’infermiere ha quindi attivato subito la catena dei soccorsi, assegnando al caso un codice arancione. E così è iniziato il percorso di Flaviana.

"Il quadro era molto strano – ammette Graziana Casacanditella, il medico del Pronto soccorso che ha visitato la donna – anche io ero incredula, un’ischemia a un braccio a quell’età è molto raro. Per di più non c’erano sintomi tipici".

L’ecografia aveva però già mostrato i primi problemi di circolazione e la successiva angio-Tac ha svelato la trombosi in corso. A quel punto, la trentanovenne è stata inviata in chirurgia vascolare, dove ha subito due interventi per eliminare il trombo e riaprire l’arteria ostruita. È stato così che i medici hanno scoperto la causa del problema. Dalla nascita Flaviana aveva una costola cervicale in più, sotto la clavicola, che le comprimeva l’arteria e che con il tempo le ha provocato l’aneurisma, ossia la dilatazione dell’arteria. In termini medici si chiama sindrome dello stretto toracico.

"Non lo sapevo, non avevo mai avuto problemi prima. E quando ho saputo che avrei dovuto sottopormi al terzo intervento per togliere la costola in più, dopo essere stata in terapia intensiva, ero davvero preoccupata. Per fortuna, è andato tutto bene e oggi (Ieri, ndr) lascio l’ospedale per tornare a casa", sottolinea Flaviana con i cerotti tra il collo e la spalla e sul braccio. Paolo Teutonico, chirurgo vascolare, ripercorre le fasi dell’intervento: "Abbiamo tolto la costola sovrannumeraria che comprimeva l’arteria e aveva provocato l’aneurisma, e poi è stata ricostruita l’arteria con una protesi sintetica. Un intervento molto delicato, in una regione stretta, per i possibili deficit neurologici. É andato tutto bene, ma se non fossimo intervenuti tempestivamente, la paziente rischiava di perdere il braccio".

Flaviana aggiunge: "Sono stata fortunata perché non mi trovavo in vacanza, ma ero qui. Ringrazio tutti quelli che si sono occupati di me: la professionalità e la competenza sono importanti, ma anche l’umanità. Sono felice di essere stata in una struttura competente e di essere ancora qui per poter dire grazie. Finalmente posso ritornare a casa". L’anestesista Barbara Bacer conferma che "è stato un intervento non frequente, realizzato in multi-équipe. Ma siamo abituati alle gestioni complesse".