Bologna non ha dimenticato la sua storia e i giorni terribili della Seconda guerra mondiale. Alcune scritte e frecce disegnate che ricordano il percorso verso i ripari dalle incursioni aeree e i rifugi stessi sono stati recuperati a scopo turistico. Le scritte però in alcuni casi sono state restaurate a cura dei proprietari dei palazzi sulle quali compaiono. Questo piccolo patrimonio non deve essere coperto dalla polvere della storia, possiamo recuperarne ancora una buona parte prima che vada perduto. Servirebbe un piano pubblico generale di restauro, una grande operazione - memoria. È una spesa che il Comune di Bologna si può permettere. E se qualcosa è stato fatto conviene finire l’opera. Le scritte Rifugio, le frecce, le insegne di marmo coi numeri di telefono dove chiedere soccorso durante le incursioni aeree sono lì a ricordare l’orrore della guerra. Se ne vede ancora una alla destra del portone di Palazzo Fantuzzi in via San Vitale, un’altra è in via San Donato 40: entrambe sono state restaurate dai proprietari dei palazzi a cui va un grazie. Se ne trova una anche in via de’ Carbonesi. I segnali dei rifugi sono ancora numerosi. La scritta Rifugio G campeggia su una parete nel cortile di Palazzo d’Accursio, un’altra è in fondo a via Marchesana, con le lettere “US” (uscita di sicurezza), idem a Palazzo Salina in via Barberia.
mail: beppe.boni@ilrestodelcarlino.it