La riforma dei Pronto soccorso "può partire bene e in fretta". Lo sottolinea l’assessore regionale alla Sanità, Raffaele Donini, che risponde alle critiche sulla riorganizzazione del settore dell’emergenza-urgenza che continuano ad arrivare dai sindacati. Critiche rafforzate anche dal decesso dell’uomo di 60 anni, per un infarto a Casalecchio di Reno, la sera del 4 ottobre dopo l’arrivo dell’ambulanza con a bordo solo i soccorritori (né medici né infermieri). L’auto medica è stata inviata dopo ma, nonostante tutte le manovre rianimatorie e i farmaci somministrati, il cuore non è ripartito.
Sulla vicenda, esprimendo tutto il suo cordoglio per la morte dell’uomo, l’assessore sottolinea che "non ha niente a che fare con la riorganizzazione dell’emergenza-urgenza. Come ha detto l’Ausl, le procedure sono state rispettate in maniera puntuale. Se c’è chi vuole adire alle vie giudiziarie, si andrà in quella direzione. Ma non si faccia intorno al decesso di una persona speculazione politica – rimarca –. Non lo si metta a servizio di una campagna di contrapposizione che non ha ragione di esistere". La riorganizzazione dell’emergenza-urgenza, ci tiene a sottolineare il titolare della Sanità regionale "parte con un accordo forte con il sindacato più rappresentativo della medicina territoriale (la Fimmg, la Federazione dei medici di medicina generale) per cui è comprensibile che quello che non l’ha firmato si mobiliti". L’assessore sembra riferirsi allo Snami, il sindacato nazionale medici autonomo medici italiani che ha indetto lo stato di agitazione e chiesto il tavolo di crisi in Prefettura a Bologna.
Lo Snami, assieme al Cimo (altro sindacato dei medici), venerdì sera, ha presentato un esposto in Procura che ha per oggetto la riorganizzazione dell’emergenza-urgenza e il taglio alle automediche, all’atto sono state allegate duecento pagine di osservazioni. Raffaele Donini ribadisce comunque che "i sindacati fanno il loro mestiere e le richieste che avanzano alle varie Ausl, soprattutto quelle orientate a un percorso forte di formazione e a un dimensionamento della dotazione organica nei Cau (i Centri di assistenza urgenza che andranno, di fatto, ad assorbire i pazienti meno gravi, quindi codici bianche e verdi, ndr) sono assolutamente fondate e penso che vadano assecondate".
L’assessore è sicuro che la strada, al netto delle critiche, sia quella giusta: "Penso che questa organizzazione possa partire bene e in fretta dando rassicurazioni alle istanze dei sindacati, perché l’alternativa sarebbe chiudere i Pronto soccorso o affollarli ancora di più, oppure privatizzarli come è successo in altre Regioni. E noi non vogliamo percorrere queste strade. Si tratta di una riorganizzazione graduale e progressiva – continua –. Avremo modo di monitorarla minuto per minuto. Le sperimentazioni che abbiamo svolto finora in Emilia-Romagna ci danno risultati assolutamente rassicuranti e molto positivi. Non abbiamo ragione di ritenere che la realizzazione di questa riforma possa smentirle".
Monica Raschi