Bologna, 30 aprile 2021 - Luca Nisco, il rider sospeso da Winelivery per aver strappato il 25 aprile il biglietto con un messaggio pro Mussolini davanti al destinatario del pacco regalo, potrà tornare a lavorare con la piattaforma. Ad annunciarlo è la stessa Winelivery dopo le parole dell'assessore Lombardo in Consiglio comunale.
"Riconosciamo - spiega la nota inizialmente facendo riferimento all'operatore, diverso da Nisco, che aveva trascritto il messaggio incriminato sul biglietto come voluto dal cliente - la responsabilità oggettiva sulla trascrizione, da parte dell'operatore locale, di un messaggio dal contenuto contrario ai suoi principi e valori, come espressamente riportato nei termini e condizioni. La nostra convinzione, come azienda e come cittadini, è di assoluta condanna ai comportamenti che inneggiano qualsiasi fascismo".
Poi sulla posizione di Luca Nisco: "Abbiamo ascoltato e riflettuto sulle parole dell'assessore e con l'obiettivo di distendere i toni e definire la questione in maniera positiva per tutte le parti in causa, ci rendiamo nuovamente disponibili ad accettare le candidature di Nisco, nella certezza che i suoi comportamenti lesivi della privacy del cliente e dell'immagine aziendale non si ripetano in futuro".
Infine sulla richiesta di aderire alla 'carta di Bologna': "All'amministrazione manifestiamo la nostra disponibilità", anche se, ribadisce l'azienda, "per la maggior parte delle sue disposizioni applichiamo già nella gestione dei nostri collaboratori".
L'assessore comunale al Lavoro Marco Lombardo aveva infatti chiesto ai consumatori di fermare il boicottaggio di Winelivery e all'azienda di rivedere la propria decisione di licenziare il rider. Non solo, aveva anche chiesto a Winelivery di firmare la Carta dei diritti del lavoro digitale. "Ho avuto la piena rassicurazione che la decisione dell'azienda non ha carattere discriminatorio, ma sarebbe fondata unicamente sul fatto che le azioni del rider siano contrarie alle regole di protezione dei dati sensibili e dagli standard di servizio. Ora, Winelivery può trasformare quello che è successo in una opportunità - aveva detto l’assessore -. Se fosse stata firmata la Carta, tutto questo non sarebbe successo. Il protocollo, infatti, prevede una procedura terza e imparziale per contestare decisioni errate, prescrivendo poi che il recesso da una piattaforma è possibile solo per giusta causa o per un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali, circostanza che secondo l'assessore non si profila nel caso di Nisco".