CHIARA CARAVELLI
Cronaca

Riberti morì al Maggiore, un medico verso il processo

Richiesto il rinvio a giudizio per il professionista di guardia quella sera. Nel 2022 il ventunenne si lanciò nel vuoto. Il gip: "Serviva uno psichiatra".

Riberti morì al Maggiore. Un medico verso il processo

Bologna, 11 maggio 2024 – Richiesta di rinvio a giudizio con l’accusa di omicidio colposo, udienza preliminare fissata al 26 giugno. Giorno in cui il medico del reparto di Otorinolaringoiatria dell’ospedale Maggiore, assistito dall’avvocato Fausto Sergio Pacifico, si presenterà davanti al gup.

Il professionista era di guardia la sera del 21 giugno di due anni fa, quando morì il ventunenne ferrarese Leonardo Riberti. Il giovane precipitò dal tetto del reparto in cui era ricoverato, schiantandosi al suolo dopo un volo di 15 metri. La richiesta di rinvio a giudizio del pm Luca Venturi arriva a seguito dell’imputazione coatta decisa dalla gip Maria Cristina Sarli, che lo scorso febbraio non accolse la richiesta di archiviazione della Procura per il medico.

Una richiesta cui la famiglia del ragazzo, rappresentata dal legale Fabio Anselmo, si era opposta. Venne archiviata invece la posizione dell’infermiera, a sua volta indagata per omicidio colposo e difesa dall’avvocato Marco Linguerri. "Abbiamo preso atto – commenta l’avvocato Pacifico – della richiesta di rinvio a giudizio. Confidiamo molto nell’udienza preliminare, sarà un momento importante".

Secondo la gip Sarli, che ordinò l’imputazione coatta, a carico del medico erano emersi elementi sufficienti a procedere nei suoi confronti. In particolare, che il professionista "fosse consapevole della necessità di coinvolgere uno psichiatra emerge dal fatto che egli stesso tentò di contattare quello di turno, anche se, dopo il primo tentativo non andato a buon fine, non aveva proseguito nella ricerca", pur indicando agli infermieri le cautele da adottare. Il decesso di Riberti sarebbe stata quindi "conseguenza della condotta colposa del medico che, sottovalutando le condizioni del ragazzo, non gli aveva assicurato le necessarie cure dello psichiatra".

A gennaio scorso si è concluso anche l’altro procedimento sulla tragedia, filone che vedeva imputata Giulia Maria Nanni, la dottoressa responsabile del servizio Diagnosi e cura della Psichiatria universitaria di Ferrara. La professionista, difesa dall’avvocato Michele Ciaccia, era stata l’unica per cui la Procura aveva chiesto il rinvio a giudizio, contestandole di aver provocato la morte del giovane non avendo informato adeguatamente i medici bolognesi dello stato psicotico in cui si trovava Riberti e del rischio che compisse condotte pericolose per sé stesso. Il giudice Letizio Magliaro, però, l’ha poi prosciolta pronunciando sentenza di non luogo a procedere perché il fatto non sussiste.