Bologna, 22 marzo 2024 – Non si placa la protesta dei collettivi. Dopo il caos e gli scontri dopo le proteste all’apertura dell’anno accademico, un gruppo ristretto di collettivi (tra cui Cua, Cambiare rotta e Giovani comunisti) e Giovani palestinesi ieri pomeriggio sono tornati in Rettorato, in via Zamboni 33. A richiedere a gran voce un colloquio con il rettore Giovanni Molari, il quale però non era in città.
L’occupazione era inizialmente prevista al civico 32. Poi, dopo un’assemblea, i ragazzi hanno deciso di spostarsi al civico dirimpetto, e spostare qui le altre attività che avevano previsto per la giornata, in particolare un collegamento streaming con l’avvocato di Anan Yaeesh, attivista palestinese in carcere a Terni accusato di terrorismo, seguito, alle 19, dall’Iftar, il momento conclusivo del digiuno del Ramadan. Un "presidio permanente" per ribadire la richiesta che l’Unibo interrompa i contatti con Israele e le aziende belliche alla luce di quanto sta accadendo a Gaza.
Nel corso del presidio, gli antagonisti hanno ricordato gli scontri in via Indipendenza tra studenti universitari e forze dell’ordine, e lamentato il fatto che a una loro attivista, sul palco del teatro Manzoni – dove ieri l’altro si stava appunto svolgendo la cerimonia con il ministro Annamaria Bernini e l’ex primo ministro neozelandese Jacinda Ardern – : alla studentessa, per gli attivisti, sarebbe stato "strappato di mano il microfono" dal rettore. Il quale ribatte: "Si era concordato un intervento di tre minuti, così è stato. In più, la causa palestinese aveva avuto ampio spazio in interventi precedenti. Il dialogo? Continuerà come sempre, con i modi giusti".
Intanto, la Digos è al lavoro per identificare i responsabili del caos di ieri l’altro, tramite i video che presto fornirà la Scientifica: saranno denunciati.