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Bologna, hanno un nome i resti del soldato tedesco ritrovato sulla Linea Gotica

Helmut Wiedemann morì nel combattimento contro l’esercito americano. I resti scoperti nel 2016 al Santuario della Madonna di Boccadirio

Il picchetto d’onore di militari tedeschi al cimitero germanico della Futa

Il picchetto d’onore di militari tedeschi al cimitero germanico della Futa

Castiglione dei Pepoli (Bologna), 16 settembre 2022 - Hanno un nome i resti della salma dell’ex soldato tedesco ritrovato sei anni fa, il 3 agosto 2016, sul Monte Tronale, a Montepiano, frazione di Prato a pochi chilometri dal Santuario della Madonna di Boccadirio di Castiglione dei Pepoli, dai ricercatori Davide Pazzaglia e Rinaldo Fabbri. Si trattava di Helmut Wiedemann che per 78 anni era stato dichiarato disperso. Al momento della caduta in guerra Wiedemann aveva superato i 33 anni. Era nato il 25 maggio nel 1911 ed era morto tra il 23 e il 24 settembre 1944 (78 anni fa) nel corso di una battaglia corpo a corpo tra la 334.a Divisione di fanteria tedesca, di cui era un pioniere, e i soldati del 168° reggimento della 34.a Divisione di Fanteria degli Usa, gli Stati Uniti d’America, che risalivano il crinale della Crocetta all’assalto della Linea Gotica. Noti in tutti i comuni di questa zona dell’Appennino Tosco-Emiliano per le loro appassionate ricerche belliche, Pazzaglia (dipendente di una pompa di benzina sull’Autosole) e Fabbri (pensionato) fanno parte dell’associazione Terra Nostra che gestisce il Museo Sud Africano di Castiglione dei Pepoli, ospitato nel Centro di cultura Paolo Guidotti, l’ex scuola elementare del paese.

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"Helmut Wiedemann – racconta Davide Pazzaglia – è rimasto disperso per ben 78 anni e la sua identificazione è avvenuta grazie alla piastrina e ad altri oggetti personali trovati accanto al corpo, come i bottoni e altri indumenti della divisa. L’identificazione è stata confermata dal Wast, l’archivio militare tedesco a Berlino (Germania). Le spoglie di Wiedemann riposano dal 2016 nel Blocco 19 (quello dei soldati non ancora identificati) del Cimitero Militare Tedesco del Passo della Futa. Giace, sepolto, vicino al suo compagno Karl Moller, di soli 20 anni, che, sempre assieme all’amico Fabbri, abbiamo ritrovato nel 2010 tra i faggi e gli abeti dei boschi del nostro Appennino. E sempre con l’aiuto del metal-detector".

Ma perché ci sono voluti tanti anni per arrivare all’identificazione? "Bisogna tenere presente – risponde Pazzaglia – che le piastrine dei soldati tedeschi della Seconda Guerra Mondiale, come quella che teneva al collo Wiedemann, non riportavano il nome del soldato. L’identificazione del fante stava in una serie di numeri da cui si risaliva al suo nome e al suo reparto. Appena trovata la salma di Wiedemann sono scattate le ricerche al Wast, all’archivio militare tedesco, i cui archivi in buona parte erano rimasti bruciati o si erano persi nella battaglia finale a Berlino". Al recupero dei resti di Wiedemann aveva partecipato il colonnello Gerb Beyer, riservista dell’aviazione tedesca. "Con il suo reparto – rivela Pazzaglia – il colonnello tiene in ordine il Cimitero Germanico della Futa e spesso è nostro ospite".