Pochi componenti, sicuramente quattro o cinque non di più, con competenze complementari e specifiche. Non ‘archistar’, ma aziende specializzate che possano dare una valutazione compiuta di come la Garisenda dovrà essere restaurata. Sono questi, per ora, i connotati che dovrebbero comporre il ritratto del comitato del restauro in corso di composizione, che dovrà insediarsi a breve per far partire ufficialmente la fase due per salvare la Torre da possibili crolli. Dalla fase scientifica, terminata con il riassuntone del comitato che ha concluso (in parte) il suo ruolo, si passa alla fase di come allungare la vita alla Garisenda. E Il comitato ha concluso solo in parte il suo ruolo perché quelle 29 pagine della relazione sono già importanti per scegliere i membri del pool del restauro, come sottolineato ieri da Raffaela Bruni. "Non ci sono novità, stiamo esaminando tutte le possibilità – ha dichiarato la presidente del pool, già storica dirigente al Patrimonio per Palazzo d’Accursio –. Le verifiche che stiamo portando avanti sono molto legate alla storia passata della Torre, e quindi alla lunga analisi che si è chiusa in questi giorni. Stiamo leggendo con cura la relazione del comitato per capire come dobbiamo muoverci".
Smentiti, per ora, i nomi altisonanti di grandi architetti. Né Mario Cucinella, né Stefano Boeri, per dirne due, sono stati a oggi assoldati. Piuttosto, si sta pensando ad aziende specializzate in particolari settori. Anche su questo il Comune continua a tenere la bocca cucita, per ora. L’interesse è puntato su quanto accaduto con il restauro della Torre di Pisa ed è circolato il nome della ditta Trevi di Cesena, che oltre che sulla piazza dei Miracoli ha lavorato anche in Egitto su Abu Simbel. Dove l’intervento è stato simile a quello che sembra più probabile per la Garisenda, ovvero un’operazione di smontaggio e rimontaggio. Ma anche su questo, per ora, non ci sono conferme. Nessuno tra i membri del comitato tecnico-scientifico dovrebbe restare coinvolto anche nel restauto, l’unica potrebbe essere Gisella Capponi, che appunto in passato si è occupata dei malanni della Torre di Pisa. Tutte indiscrezioni al momento, il sindaco Matteo Lepore forse in settimana dirà qualcosa in più. Novità sicure dovrebbero invece arrivare sulla raccolta di fondi privati – si cercano sponsor – e sull’intervento della Fagioli spa, che a inizio dicembre installerà una cintura d’acciaio smontabile
per la messa in sicurezza.
pa. ros.