Bologna. 26 aprile 2021 - La festa di Villa Angeletti (video) che ha coinvolto almeno 800 persone ha scatenato un aspro botta-e-risposta tra Comune Questura. Il sindaco Mero,a e il candidato sindaco Lepore si sono schierati duramente contro il mancato intervento preventivo per bloccare la festa: nel mirino di Palazzo d'Accursio è finito in primis la Questura e poi anche la Prefettura. La Questura ha risposto a breve giro di posta elencando le misure messe a segno, a cominciare da 300 denunce elevate ai ragazzi presenti.
Secondo Merola, la festa era stata annunciata da giorni sui social: la Questura avrebbe dovuto intervenire e impedirla prima che centinaia di ragazzi invadessero l'area verde tra musica e zero distanziamento. Un numero che - rileva il sindaco - ha reso poi impossibile agire quando la frittata era già stata fatta. E a lui fa eco anche Matteo Lepore, assessore della giunta e soprattutto condidato alle primarie del centro sinistra nella corsa a sindaco di Bologna: "Non è possibile che un rave, annunciato da una settimana su tutti i social e con precisi organizzatori, si permetta di organizzarlo senza che nessuna forza dell'ordine venga schierata agli ingressi. La città va tutelata". Lepore si spinge a dire che "è importante che Prefettura e Questura mettano in campo tutte le misure possibili" e siano "molto più presenti e molto più rigorose".
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E' questo il succo del duro intervento del sindaco di Bologna, Virginio Merola, all'indomani della giornata di follia vissuta dalla città il 25 aprile: ultimo giorno di fascia arancione, visto che la zona gialla scatta da oggi. Il sindaco, naturalmente, se la prende anche con i partecipanti: "Per arrivare all’estate e davvero ripartire occorre che tutti comprendano che le regole sanitarie vanno rispettate". E si augura che i promotori vengano ora "denunciati e puniti"
Ma il punto più duro è rivolto alla Questura. "E' necessario che la Questura agisca in modo preventivo per evitare assembramenti tali da trovarsi poi nella impossibilità di agire. Il Rave di ieri, annunciato sui social da tempo, non è stato evitato.La Questura deve assicurare il rispetto dei divieti. La nostra collaborazione c’è e c’è sempre stata e ho sempre sostenuto le scelte condivise. Ma non può essere che non si mantengano gli impegni presi in sede di Comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica. Non permetto che il Comune di Bologna debba farsi carico di responsabilità non sue. Le mie ordinanze sono sempre state concordate. Ma se non si fanno rispettare non hanno senso. Chiedo convocazione del Comitato per chiarire e assumere linee di intervento conseguenti. So bene l’impegno di tutte le forze di polizia e ringrazio tutti il personale in campo. Il lavoro di prevenzione e di dissuasione deve essere decisivo. Servono indirizzi chiari e conseguenti".
A dare man forte a Merola è arrivato anche Lepore, durante una videoconferenza stampa: "Abbiamo assistito a scene vergognose - ha aggiunto Lepore - Capiamo la voglia di uscire ma non bisogna fare rave nei parchi o assembrarsi nelle piazze del centro". Rivolgendo un appello a prefetto e questore ha detto: "Le persone che hanno organizzato il rave vanno denunciate anche per avere messo a rischio l'incolumità della nostra comunità. Nelle settimane scorse, ci sono già stati assembramenti nelle piazze, abbiamo avuto episodi nell'area del mercato di via Fioravanti. In tutte le occasioni, ci è stato risposto che non è possibile intervenire, che non è possibile organizzarsi. Io penso che invece non sia possibile non fare nulla: questo è grave".
Ma la Questura non ci sta e, pur non rispondendo direttamente alla polemica, parla con i numeri: "Oltre 300 giovani sono stati identificati e multati" dopo il rave. "Digos e reparto mobile della Polizia, informa la Questura, hanno anche sequestrato gli impianti di diffusione sonora: mixer, amplificatore, gruppo elettrogeno e quattro casse, a bordo di un furgone noleggiato ad Arezzo. Sono state rimosse anche 18 auto utilizzate dai partecipanti per raggiungere il parco. Al raduno, pubblicizzato sui social, hanno partecipato fino a sera quasi 800 persone.
Ancora: 400 ragazzi arrivati in treno e identificati dalla Polfer riceveranno a casa altrettanti sanzioni che vanno da un minimo di 400 euro a un massimo di mille, mentre per il detentore dell'impianto audio scatta anche la multa per la violazione del regolamento di polizia urbana del Comune di Bologna, che va dai 300 ai 500 euro".