Ravaglia: "Noi investitori tenuti all’oscuro di tutto"

Il presidente di Confcooperative: "Sono preoccupato per le ricadute sulla città"

"Sono stupito, sorpreso: nessuno mi aveva detto nulla". Daniele Ravaglia, presidente di Confcooperative, è tra le persone che hanno creduto nel progetto di Fico fin dall’inizio. Lo ammette lui stesso: "Abbiamo fatto investimenti e speso dei bei soldi", ripete. Ieri, però, è stato colto completamente di sorpresa: anche Ravaglia ha appurato della chiusura di Fico – che riaprirà con un nuovo nome – soltanto per vie indirette. Come lui ci sono gli altri investitori e stakeholder che, attraverso il Fondo Pai (Parchi Agroalimentari Italiani Comparto A), gestito da Prelios Sgr, hanno provato negli ultimi anni a dare linfa vitale alla cittadella del gusto, nel mirino delle polemiche e del dibattito pubblico fin dalla genesi, in un 2017 che sembra quasi lontano anni luce. Sei anni dopo, Fico chiude. Nessuno però era stato avvisato.

Ravaglia, qual è stata la prima reazione?

"Io non ne sapevo niente. Il tema è che rimango particolarmente stupito nell’imparare dai giornali e dalle notizie di stampa che una struttura come Fico non coinvolga per nulla i propri soci. Sono i modi che contesto".

Cosa pensa della nuova veste di ‘Grand Tour Italia’, che sarà messa a punto e pronta per la primavere 2024? Farinetti sottolinea che il parco sarà "più bello e più grande" di prima.

"Io non faccio e non voglio fare valutazioni precise in merito al nuovo progetto. Diciamo che mi auguro solo che sia la volta buona, ecco... Questo sì. Anche perché di progetti di ristrutturazione ne ho visti già quattro negli ultimi anni...".

Come mai la scelta di annunciarlo pubblicamente, prima che parlarne con i diretti interessati, secondo lei?

"Quello che trovo poco comprensibile è che i privati e le associazioni che rappresentano le forze economiche locali, le imprenditori e le cooperative che hanno investito non per speculazione economica, ma per sostenere e credere nel proprio territorio, non ne sapessero davvero nulla".

Gli ultimi anni del parco come sono andati? Si è messa di mezzo anche la pandemia.

"Alcune previsioni non si sono verificate, e abbiamo investito parecchie risorse. Ma il fatto è che siamo stati tenuti all’oscuro su come veniva gestita la partita, salvo imparare dalla stampa le intenzioni di Farinetti. E oggi, in modo assolutamente inatteso, ci viene detto che il parco chiude...".

Le sue preoccupazioni principali, ora, quali sono?

"Qui si parla di qualche mese di stop, ma i dipendenti? Le imprese? Cosa succederà? Cosa faranno? Io sono preoccupato soprattutto per le ricadute economiche sulla città. Mi auguro che l’imprenditore, a cui riconosco capacità importanti, senza dubbio, abbia almeno l’attenzione di chiamarci e volerci coinvolgere. Onestamente, mi sembrerebbe il minimo".

Francesco Moroni