Rapinarono un portavalori, tre in manette

Si tratta di un pregiudicato di Bologna di 46 anni e due foggiani. L’assalto davanti all’ufficio postale fu messo a segno nel gennaio del 2023

Rapinarono   un portavalori, tre in manette

Rapinarono un portavalori, tre in manette

Il nome di una ditta sulla fiancata del furgone. È il dettaglio che ha fatto la differenza nell’indagine, complessa e serrata, che ha portato i carabinieri del Nucleo investigativo a individuare gli autori dell’assalto al portavalori avvenuto la mattina del 27 gennaio del 2023 di fronte alle Poste di Castel Maggiore. Ai militari agli ordini del tenente colonnello Giuseppe Nardò non è sfuggita quella sigla impressa sul Ducato utilizzato dai rapinatori, relativa a una ditta del Napoletano. Ed è bastato un accertamento per scoprire che quel mezzo, su cui i banditi avevano apposto la targa clonata di un’altra auto, era stato rubato mesi prima. E custodito, fino al giorno del colpo da 60mila euro.

Ad agire, da quanto accertato in questi mesi di indagine dai carabinieri, sarebbero stati un quarantaseinenne di Bologna, pregiudicato gravitante in zona Corticella, e due professionisti degli assalti di 36 e 37 anni, originari di Cerignola. Per i primi due, su richiesta della pm Maria Gabriella Tavano, il gip ha disposto carcere; per il terzo gli arresti domiciliari. Un altro pugliese di 34 anni, che avrebbe partecipato al colpo, è invece attualmente indagato a piede libero. Tutti rispondono di rapina aggravata, porto in luogo pubblico di armi e ricettazione. Per arrivare a loro, i carabinieri del Nucleo investigativo sono partiti dall’analisi delle immagini riprese dagli impianti di videosorveglianza di Castel Maggiore, seguendo a ritroso il percorso del furgone e dell’altra auto utilizzata dalla batteria quella mattina del 27 gennaio. Contestualmente, è stato analizzato il traffico telefonico dell’area, individuando dei numeri ‘sospetti’ che, monitorati, hanno portato alle identità dei rapinatori. Che prima di entrare in azione, stando a quanto emerso dalle indagini, avevano effettuato più sopralluoghi nella zona, soggiornando a Bologna, dove avevano preso in affitto un appartamento in zona Corticella, trovato ai pugliesi dal basista bolognese. Un piano studiato nei dettagli dalla banda di professionisti, specializzata proprio negli assalti a portavalori. Un’esperienza dimostrata nella velocità di esecuzione del colpo, durato una manciata di minuti: quella mattina di gennaio erano tutti con il volto travisato da passamontagna e armati di pistole e fucile. Due avevano aggredito la guardia giurata che, appena scesa dal portavalori, stava per entrare nell’ufficio postale con in mano il sacco con 60mila euro in contanti, sottraendogli anche la pistola. Un terzo complice, armato di fucile a pompa, aveva bloccato nel furgone l’altro. Un blitz rapidissimo e ‘pulito’. Ma la giustizia, alla fine, ha presentato il conto.

Nicoletta Tempera