Bologna, 16 novembre 2018 - E' un'indagine tutta in salita quella che dovrà dare un nome e un volto agli aggressori di un metalmeccanico rumeno di 55 anni, Nicu Chirilà, pestato e rapinato in via della Beverara il 6 ottobre e morto l’altra notte dopo una straziante agonia di 40 giorni al Maggiore. La Squadra mobile ha infatti ricevuto gli atti dal commissariato Bolognina Pontevecchio solo ieri mattina, dopo il decesso, e ora dovrà andare a ritroso per trovare il bandolo di una matassa all’apparenza inestricabile. L’inchiesta del pm Manuela Cavallo al momento è per rapina aggravata, ma presto potrebbe aggiungersi l’accusa di omicidio. Nelle prossime ore dovrebbe essere conferito l’incarico per l’autopsia.
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Il problema è che, a distanza di tanto tempo, sarà difficile ricostruire con esattezza l’accaduto e trovare tracce (a partire dalle immagini di eventuali telecamere) o testimoni dell’aggressione. Gli investigatori però non si scoraggiano e si sono già messi al lavoro. Nicu Chirilà, incensurato, residente in zona Mazzini, in Italia da 15 anni e dipendente di un’azienda meccanica di Ponte Ronca da 12, nel tardo pomeriggio del 6 ottobre va al Centro Navile per comprare un paio di scarpe. Una volta uscito, si avvia a prendere l’autobus in via della Beverara per tornare a casa ma, all’improvviso, viene aggredito alle spalle. In realtà della dinamica dell’agguato non si sa molto, solo quel poco che Nicu racconta ai familiari quella stessa sera prima di andare in ambulanza all’ospedale.
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Secondo il suo racconto, qualcuno lo assale da dietro e lo colpisce alla testa. Nicu cade a terra e viene tempestato da una raffica di calci. Non riesce a vedere quanti sono gli aggressori. Qualcuno gli strappa il cellulare. Il portafogli con 260 euro, invece, è in una tasca interna del giubbotto e non viene rubato. I rapinatori scappano e Nicu resta a terra qualche minuto. Poi si alza e va a prendere il bus.
Arriva a casa all’ora di cena e va in camera sua. Vive da anni con il fratello e la cognata. Alle 21 esce dalla stanza e dice si sentirsi male: perde sangue da un orecchio ed è pallido come un cencio. La cognata chiama l’ambulanza e viene portato di corsa al Maggiore. All’inizio non sembra grave, due costole rotte e qualche trauma. Poi però la situazione si aggrava: l’11 ottobre finisce in Rianimazione, ha il pancreas spappolato. Il Maggiore fa una segnalazione alla polizia. Gli agenti del commissariato aspettano che Nicu si riprenda per sentirlo e ricostruire la dinamica. Solo che Nicu non si riprende più. E’ intubato, a tratti incosciente, e peggiora. Lo operano più volte, ma non c’è niente da fare. Nicu se ne va l’altra notte. Chi l’ha pestato a morte è là fuori.